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15 Dic [14:33]

La Little Italy della McLaren
Non solo Stella tra le stelle

Massimo Costa - XPB Images

A Woking, storica cittadina inglese che ospita la faraonica sede della McLaren, si è creata una sorta di Little Italy. Non solo Andrea Stella dunque, approdato nel 2015 nella squadra che fu di Ron Dennis per seguire nel ruolo di ingegnere Fernando Alonso dopo l'uscita dalla Ferrari, e da due stagioni divenuto team principal per volere di Zak Brown, il CEO, il grande capo della McLaren dal 2016. 

C'è la mano di Stella in questa clamorosa risalita della McLaren arrivata a conquistare il Mondiale Costruttori 2024. La mentalità italiana ha fatto la differenza e là dove l'ex ingegnere tedesco della BMW F1 Andreas Seidl, che nel mondo Endurance (team principal Porsche dal 2014 al 2018) era considerato un guru, nel ruolo di team principal McLaren ricoperto dal 2019 al 2022 non ha lasciato una impronta nonostante il passaggio dalle power unit Renault (2019-2020) ai motori Mercedes.  

Per la cronaca, Seidl nel 2023 era entrato nel team Sauber come Chief Executive Officer e a inizio 2024 è arrivata la nomina di CEO Audi Sauber per il progetto Formula 1, ma dopo quattro mesi è stato licenziato con effetto immediato venendo rimpiazzato da... un italiano, l'ex team principal Ferrari Mattia Binotto.

Ma chi c'era alle dipendenze di Brown prima di Seidl? A dirigere il team era Eric Boullier, ex Renault e Lotus, che aveva assunto il comando McLaren nel 2014, lasciando poi la squadra nell'estate del 2018. Un periodo negativo, dominato dalla mancanza di competitività dei motori Honda, utilizzati tra il 2015 e il 2017.

Nel 2018, in McLaren Brown aveva anche chiamato come direttore sportivo l'ex pilota Indycar Gil De Ferran, rimasto fino ai primi mesi del 2021. De Ferran è prematuramente scomparso il 29 dicembre 2023, dopo che Brown lo aveva richiamato come consulente nel maggio di quella stagione.

E' dunque stata la metodologia di lavoro evidentemente diversa, mirata, attenta, di Stella che unita alle capacità indiscutibili del progettista Rob Marshall, approdato nel gennaio di quest'anno dalla Red Bull dove ha trascorso ben 17 stagioni alle dipendenze di Adrian Newey, a produrre quel mix vincente, con gli sviluppi della MCL38 sempre azzeccatissimi.

Marshall, direttore tecnico, ha di fatto preso il ruolo di Peter Prodromou, che ora si dedica all'aerodinamica, mentre dopo soli tre mesi a Woking l'ex Ferrari, non rimpianto, David Sanchez ha dovuto fare le valigie per incompatibilità con Stella e compagnia. E anche in McLaren, va detto, nessuno lo ricorda.

Detto questo, veniamo alla Little Italy di Woking, dove troviamo coinvolti per la parte aerodinamica, Stefano Bortesi, Engineering Leader, Head of Surfacing, Model Design e CAD Technology, poi Giuseppe Pesce, Director of Aerodynamics & Chief of Staff, Marco Scavanini, Senior Aerodynamics Design Engineer, Dario Scarfò, Surface Design Leader.

Si prosegue con Luca Crosetta, Principal Aerodynamicist, Leonardo Palma, Senior CFD Engineer, Luigi De Martino Norante, Head of Aero Performance, Francesco De Cola, Head of Design and Engineering e Advanced Projects, Lorenzo Mosconi, Tyre Performance Engineer, Francesco Amoruso, Vehicle Dynamics Engineer.

E non è finita qui. Il gruppo comprende Davide Marchiani, Senior Specialist Structures Engineer, Carlo Boldetti, Lead Stuctures Engineer e Composite, in McLaren da ormai un decennio, infine Giuseppe Tronci, Senior Stress Engineer. Sono 13 ragazzi, certo una goccia nel mare del personale che compone un team di F1, tutti con lauree ingegneristiche di alto profilo, che hanno trovato spazio in F1 accettando di vivere in una terra lontana e non certo facile (per noi italiani) come la Gran Bretagna, ma che hanno contribuito pesantemente al successo della McLaren.
   

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