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24 Ore di Spa
Nel Belgio che chiudeva per Covid-19,
il successo della organizzazione SRO

Massimo Costa

E' stata una sfida gigantesca, mastodontica, ma vinta. Stiamo parlando di SRO che è riuscita a organizzare la 24 Ore di Spa, in Belgio, lottando fino all'ultimo per far sì che l'evento si potesse svolgere regolarmente. Vista da fuori, da lontano, può sembrare facile mettere in piedi un evento del genere quando la macchina è già ampiamente oliata, ma in realtà non è stato affatto così. La classica delle Ardenne da sempre si svolge a fine luglio, ma quest'anno, per via del Covid-19, le limitazioni imposte dal governo belga avevano impedito di far rispettare il calendario originale. SRO non si è arresa e tra la sorpresa generale, ricostruendo gli appuntamenti della stagione 2020, ha inserito la 24 Ore di Spa nel weekend del 25 ottobre.

Un azzardo, senza dubbio, considerando che in Belgio in quel periodo della stagione può anche esserci tranquillamente la neve. E invece, contro ogni previsione meteo, SRO ha vinto la prima sfida, certamente baciata dalla fortuna, perché proprio nei giorni precedenti la corsa, in Belgio le temperature sono diventate sorprendentemente accettabili, tra i 12 e i 15 gradi, e la pioggia andava e veniva, ma non mai in maniera torrenziale. Come del resto accaduto durante la 24 Ore del 2019, in luglio, costringendo la direzione gara a fermare tutto per quasi otto ore.

Superato questo primo temibilissimo ostacolo, la 24 Ore di Spa si è trovata nel bel mezzo dell'aumento dei casi di Covid-19 nel Paese. Un Belgio impaurito ha dovuto far fronte rapidamente alla situazione drammatica del numero dei ricoverati in terapia intensiva per Covid-19 e proprio nel pieno svolgimento della competizione, il venerdì, ha definito alcune regole, tra le quali il coprifuoco alle 22, ristoranti (a parte quelli degli hotel ai quali potevano accedere solo i clienti) e bar chiusi tutto il giorno. 

La tensione da parte degli organizzatori della 24 Ore di Spa è salita ulteriormente. Si temeva fortemente che da un momento all'altro venisse deciso dal governo belga di fermare la manifestazione. Comunque, già da tempo era stato chiarito che non sarebbe stato permesso l'ingresso ad alcun spettatore e questa era già una preoccupazione in meno. Qui bisogna fare un appunto meritevole agli appassionati. Nessuno ha tentato di avvicinarsi al circuito, fuori dai cancelli non si sono visti tifosi a caccia di qualche autografo, deserto totale. Che metteva una certa apprensione considerando la marea di appassionati che normalmente converge nelle Ardenne per la 24 Ore di Spa.

L'evento comprendeva anche altre categorie, come il TCR Europe, il Super Trofeo Lamborghini, la Eurocup Renault. Il paddock contava qualcosa come circa tremila persone tra tutti gli addetti coinvolti, una cittadina praticamente, non facile da governare, eppure tutti, nei limiti del possibile, hanno rispettato le regole, semplici, che erano state richieste. Come in sala stampa dove sono stati ammessi una settantina di operatori selezionati, doverosamente distanziati, tra cui noi di Italiaracing. Venerdì si sono avuti momenti di preoccupazione quando tutti noi presenti siamo stati avvisati che una cinquantina di poliziotti, molti in borghese, si aggirava nel paddock a caccia di qualcuno che non indossasse la mascherina o di hospitality non adeguatamente predisposte. Una vera caccia alla streghe. C'era il rischio che l'eventuale distratto colto in fallo, venisse espulso dal circuito e se questi faceva parte di un team, vi sarebbero state conseguenze anche per tutti gli altri. Ma tutto si è risolto al meglio.

Poi, c'è stato lo spettacolo in pista, di altissima qualità, sia in prova sia in gara, quest'ultima semplicemente stupenda e incerta fino al traguardo, mai fermata con la bandiera rossa grazie alla clemenza del meteo, anche se poi ha piovuto a lungo domenica. Nella qualifica, si è anche verificata una situazione curiosa: improvvisamente, i track limits non esistevano più, i piloti andavano abbondantemente oltre i cordoli e le linee definite senza subìre richiami dalla direzione gara. Cosa era accaduto? Che il poco personale presente, per via del Covid-19 anche tra i commissari c'erano limitazioni di presenze negli uffici, non poteva seguire quel che accadeva in ogni curva. Alla fine, però, i piloti se ne sono approfittati troppo ed è intervenuto direttamente Stephane Ratel, boss di SRO, per trovare una soluzione adeguata e logica per tutti.

Davanti alla somma di queste infinite problematiche, SRO ha reagito molto bene. Piccole cose, ma significative. Per esempio, davanti al coprifuoco, è subito intervenuta producendo, d'accordo con le autorità locali, un permesso di circolazione per tutti gli addetti che ovviamente dovevano far ritorno in hotel a tarda ora. Poi, grande rigorosità nei controlli all'ingresso: a tutti veniva misurata la febbre, i pass non dovevano essere scambiati, c'era un codice qr che veniva verificato in ingresso e in uscita. Ovviamente, ogni persona presente nel paddock aveva dovuto portare l'esito del tampone effettuato prima della partenza per il Belgio e consegnarlo al dottore di SRO. Che poi, verificato se il soggetto risultava negativo o positivo, procedeva al consenso per il rilascio dei pass.

Insomma, un sistema rigorosissimo, paragonabile a quello adottato in F1, e che ha permesso lo svolgimento della intera manifestazione senza che si verificasse il minimo intoppo. Una lezione importante, un vero successo.
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