Jacopo RubinoDaniel Abt paga a caro prezzo la messinscena nella gara virtuale di Formula E di sabato scorso, quando
si è fatto sostituire dal sim racer professionista Lorenz Hoerzing: Audi ha deciso di sospenderlo con effetto immediato. Un provvedimento quasi inevitabile (avevamo subito ipotizzato che potesse accadere qualcosa del genere), e che conferma quanto possa essere labile, in questi casi, il confine tra realtà e simulazione.
"Integrità, trasparenza e costante rispetto delle regole per Audi sono prioritarie, e questo si applica a qualsiasi attività in cui il marchio è impegnato, senza eccezioni", si legge infatti nella nota diffusa dalla casa di Ingolstadt. La bravata del suo portacolori ha danneggiato anche la reputazione della stessa Audi, ignara di quanto avvenuto. Senza dimenticare quanto l'intera famiglia Abt sia storicamente legata ai Quattro Anelli e all'intera galassia Volkswagen. Anzi, è proprio il team... Abt, di cui Hans-Jurgen (padre di Daniel) è amministratore delegato, a gestire il programma in Formula E.
Le scuse pubbliche dal 27enne tedesco, diffuse attraverso un comunicato, non sono state quindi sufficienti a risolvere la situazione. L'organizzazione del campionato aveva già deciso di multarlo di 10 mila euro, cifra che dovrà devolvere in beneficenza.
E a questo punto viene naturale ritenere che la "sospensione", per Abt, significhi perdere il sedile in squadra: potrebbe non esserci posto per lui quando la serie elettrica tornerà effettivamente in pista per concludere l'edizione 2019-2020. Abt, insieme al compagno Lucas Di Grassi, a Sam Bird e Jerome D'Ambrosio, è fra i quattro piloti ad aver disputato fin qui tutte le gare della categoria nata nel 2014.
Un caso simile si è verificato il mese scorso nella Nascar, con
Kyle Larson sospeso a tempo indeterminato (anche da iRacing) e messo alla porta dal team Ganassi per aver pronunciato un epiteto razzista durante un evento online. Gare virtuali, appunto, ma conseguenze reali.