Michele Montesano - XPB Images
Il controverso Gran Premio d’Australia, con le sue ben tre bandiere rosse, lascerà sicuramente strascichi nel prosieguo della stagione di Formula 1. Complice la lunga pausa primaverile, i team avranno diversi giorni a disposizione prima di ritrovarsi in Azerbaijan, a fine aprile, per discutere in merito alle corrette disposizioni da utilizzare in caso di incidenti ed eventuali interruzioni di gara.
Decisamente abusata a Melbourne, la bandiera rossa ha creato linee di pensieri discordanti già all’interno del box Red Bull. Il vincitore Max Verstappen ha ammesso che la seconda interruzione di gara ha creato non poca confusione. Nell’arco del cinquantaquattresimo giro, Kevin Magnussen ha urtato il muretto all’uscita di curva due (nella foto sotto), seminando detriti sul circuito prima di fermarsi a bordo pista. Dopo l’iniziale ingresso della safety car, la direzione gara ha preferito esporre la bandiera rossa a tre giri dalla bandiera a scacchi.
Tale decisione ha quindi creato i presupposti per una gara Spirit da due soli giri. Situazione non ideale per il leader Verstappen che, nelle due precedenti partenze, era sempre scattato male. L’olandese, nonostante sia riuscito a portare a casa la vittoria, è stato molto critico su quanto deciso dalla FIA: “Non credo avessimo bisogno di una seconda bandiera rossa, penso si sarebbe potuto gestire tutto con una safety car e poi una normale partenza lanciata evitando così tutti questi incidenti”.
Di diverso avviso Christian Horner. Il Team Principal della Red Bull si è detto d’accordo sulla scelta presa dal direttore di gara Niels Wittich: “È sempre frustrante vedere una bandiera rossa esposta a tre giri dal termine di un GP, quando sei leader hai solo da perderci. È un’evenienza che è già stata discussa in passato scegliendo, ove possibile, di finire la corsa in regime di bandiera verde piuttosto che dietro la safety car. L’interruzione ha permesso di mettere in sicurezza il circuito anziché finire la gara con le bandiere gialle, è stata la scelta giusta”.
Più compatto il fronte piloti con Fernando Alonso che ha ammesso candidamente di essere rimasto sorpreso da entrambe le interruzioni. “La FIA ha decisamente più informazioni rispetto a noi piloti – ha detto lo spagnolo dell’Aston Martin – ma a Baku chiederemo ulteriori delucidazioni. Se nel primo caso la Williams di Alex Albon aveva portato molta ghiaia in pista, nell’incidente di Magnussen c’erano si dei detriti ma la vettura era in sicurezza all’interno di curva quattro”.
Ancora più drastico il Presidente della Grand Prix Drivers’ Association George Russel, costretto al ritiro per problemi alla Power Unit (nella foto sopra) dopo aver pagato una strategia errata per via della prima neutralizzazione. Il pilota Mercedes, oltre a giudicare entrambe le bandiere rosse totalmente inutili, ha criticato anche l’ingresso della safety car nello scorso GP di Jeddah, chiamata per spostare l’Aston Martin di Lance Stroll già parcheggiata al di fuori del tracciato. A fargli da contraltare è stato Toto Wolff che, più pragmaticamente, ha richiesto una maggiore chiarezza e uniformità nelle decisioni: “Bisogna chiarire quando utilizzare una safety car, una VSC o le bandiere rosse. Solamente stabilendo ciò si potranno pianificare al meglio le prossime gare”.