Michele Montesano - XPB Images
Il recente Gran Premio d’Australia di F1 resterà negli annali per le tre bandiere rosse e le altrettante ripartenze, incluso il caotico restart del cinquantasettesimo giro. A seguito della penultima interruzione, causata da Kevin Magnussen finito a muro, tutti i piloti hanno montato le Pirelli Soft per tentare l’ultimo assalto. Proprio le mescole C4, secondo Lando Norris, avrebbero svolto un ruolo chiave per i numerosi contatti avvenuti nel corso della controversa ripartenza.
La staccata di curva uno si è infatti rivelata una vera e propria tagliola: Carlos Sainz ha mandato in testacoda l’Aston Martin di Fernando Alonso, così come Logan Sargeant ha tamponato Nyck De Vries (nella foto sotto), senza tralasciare lo spettacolare harakiri che ha coinvolto le due Alpine. Il pilota McLaren ha così puntato il dito contro la scarsa aderenza fornita dalle Pirelli Soft nel corso della fatidica ripartenza.
A giocare un ruolo fondamentale è stata anche la sensibile riduzione della temperatura dell’asfalto (negli ultimi giri a Melbourne il sole stava quasi tramontando), oltre al giro di ricognizione effettuato dietro la safety car. “Con queste temperature, e su questa superficie, le gomme non hanno fornito il giusto livello di grip – ha sentenziato Norris – ecco spiegato il motivo del caos in curva uno. Vista la minore aderenza, i piloti hanno anticipato la frenata provocando gli incidenti”.
Della stessa idea Sargeant che, arrivato al bloccaggio nella staccata della curva intitolata a Jack Brabham, ha speronato l’Alpha Tauri di De Vries. Il rookie della Williams ha quindi ammesso di essere stato tradito dalle Pirelli Soft: “Mi è sembrato di aver frenato nel medesimo punto delle precedenti partenze ma, quando ho premuto il pedale, ho bloccato entrambi gli pneumatici anteriori”.
Inoltre, riavvolgendo il nastro, pare che anche la prima bandiera rossa sia da imputare alla Pirelli. Nel corso del settimo passaggio, Alex Albon ha affrontato troppo velocemente la curva cinque. I dati della telemetria della Williams hanno mostrato che il conseguente sovrasterzo ha generato un brusco innalzamento di temperature degli pneumatici in appoggio. Le Medium C4 del lato sinistro non hanno quindi garantito il sufficiente grip nella successiva curva sei, con Albon che ha perso il controllo della monoposto andando a sbattere contro le barriere (nella foto sopra).
Inutile e controproducente fare allarmismi, Pirelli non è di certo il principale indiziato del caotico GP d’Australia. Anzi, il costruttore milanese può addirittura ritenersi parte lesa, viste le condizioni non ottimali cui è stato disputato l’ultimo scorcio di gara. Il direttore di corsa Niels Wittich, avendo tutti i dati a portata di mano, avrebbe potuto optare per una 'più tranquilla' ripartenza dietro la safety car, in modo da riscaldare a sufficienza gli pneumatici. Invece si è deciso di rendere tutto più imprevedibile e spettacolare in barba alla sicurezza e al budget cup.