Massimo Costa - XPB ImagesUna Alpine in prima fila. Non si era mai verificato nella storia della F1 di ritrovare l’iconico marchio francese che il presidente Renault Luca De Meo ha voluto con forza portare nel Mondiale, partire dalla seconda piazzola della prima fila in un Gran Premio. Dal ritorno della Renault in F1 come team, nel 2016, un risultato del genere in qualifica non era ancora stato ottenuto. Era arrivato un terzo posto in griglia lo scorso anno, a Losail, firmato da Fernando Alonso e già sotto le insegne Alpine, Daniel Ricciardo aveva siglato due quarti posti a Spa nel 2020 e proprio a Montreal nel 2019, ma come Renault. Poco per un costruttore così importante nel mondo e dotato di un budget notevole.
A rompere il ghiaccio ci ha pensato Alonso con una prestazione “fuori dai coppi”, si direbbe nel dialetto bolognese. A quasi 41 anni, l’asturiano due volte campione del mondo nel 2005 e 2006 (colui che partiva al suo fianco in pole, Max Verstappen, aveva 8 anni in quelle stagioni) ha avuto il coraggio di prendersi la prima fila (secondo tempo) con la pista bagnata, esaltando le sue enormi qualità che ultimamente non erano ancora state messe sul palcoscenico in maniera così “arrogante”. Quel che ha combinato Alonso rimarrà negli annali della F1, esaltando il concetto per cui un grande pilota, con una monoposto da quarta-quinta fila e in condizioni di asfalto bagnato, può inventarsi un risultato inatteso e impensabile.
Per un giorno intero, il nome Alpine è rimbalzato da Montreal in tutto il mondo e ci voleva proprio un lampo del genere per cancellare la disfatta di una settimana prima del marchio Alpine nella 24 Ore di Le Mans, considerando ormai dimenticata e sepolta la clamorosa vittoria di Esteban Ocon nel pazzo GP di Ungheria del 2021. Alonso sabato aveva schiantato il morale di Ocon, soltanto settimo e a sei decimi dal compagno di squadra. Il Gran Premio però, si è svolto con il sole e gli eventuali sogni di gloria sono svaniti in fretta già dopo la qualifica dando un’occhiata al meteo.
Alonso è quindi partito sapendo bene che non aveva tra le mani una monoposto per lottare ad armi pari con Verstappen e Sainz, e difatti scattato bene dietro la Red Bull, ha presto ceduto alla Ferrari dello spagnolo per poi impostare la propria corsa puntando a stare davanti alle Mercedes. Ma la realtà ha disegnato un diverso percorso. Tra virtual safety-car e safety-car, Alonso ha perso per sfortuna e chiamata tardiva ai box per il cambio gomme, ogni possibilità di puntare a un eventuale terzo posto scivolando addirittura dietro al compagno Ocon.
Cosa che lo ha fatto piuttosto imbestialire. Inoltre, verso il ventesimo giro, un problema alla batteria gli ha causato noie facendogli perdere 8 decimi a tornata. Insomma, non tutto ha girato al meglio per Alonso, anzi, poco o niente, perché a motori spenti è arrivata una penalità di 5” che gli ha tolto la settima posizione facendolo scivolare nono. Il motivo? Una difesa non corretta in rettifilo su Valtteri Bottas, troppi cambi di traiettoria. Una vera beffa. Il team Alpine, quando ha visto a pochi giri dal traguardo che Fernando rinveniva forte su Esteban, ha invitato i due alfieri a rimanere sereni, posizioni congelate.
Già in altre occasioni, i due galletti si erano presi a bastonate favorendo gli avversari, questa volta non era proprio il caso. Col senno di poi, se Alonso avesse superato Ocon, poteva avvantaggiarsi quel tanto per non finire nono dopo la penalità, ma tant’è. Alla fine, l’Alpine ha incassato 10 punti portandosi a 57 lunghezze, un bel recupero sulla McLaren (65 punti) che ha segnato zero punti dopo un weekend a dir poco disastroso. In casa Alpine comunque, non ci si illude troppo e si è ben consapevoli che l’obiettivo massimo che si può raggiungere quest’anno è quello di mantenere il quinto posto.
La McLaren è vicina, ma la monoposto britannica è apparsa superiore su diverse piste, anche se ogni tanto appare irriconoscibile. Il presidente De Meo non può essere troppo contento del rendimento delle A522, un salto di qualità in avanti non c’è stato, il rendimento è quello dello scorso anno e si dovrà aspettare ancora un bel po’ prima di poter sognare di andare a infastidire Red Bull, Ferrari e Mercedes.
Nei prossimi giorni, magari a Silverstone, dovrebbe essere annunciata la conferma di Alonso al fianco di Ocon per il 2023, un atto di fiducia che era già stato certificato ed ha tolto ogni dubbio davanti alla prestazione in qualifica dello spagnolo. Il tester della squadra, Oscar Piastri, costretto alla panchina nonostante le vittorie consecutive in F3 e F2 da debuttante, potrebbe essere dirottato dalla Alpine alla Williams, ormai squadra di parcheggio dei piloti Junior. Prima la Mercedes con George Russell, poi la Red Bull con Alexander Albon e domani chissà, l’Alpine con il giovane australiano gestito dall’ex F1 Mark Webber.