Jacopo Rubino"Ci sono anche altri costruttori seduti al tavolo, che preferiscono non uscire allo scoperto". Lo aveva rivelato il presidente Stefano Domenicali dopo l'annuncio del futuro ingresso di Audi in Formula 1, fissato per il 2026. E non si riferiva a Porsche, i cui piani di alleanza con la Red Bull, poi naufragati, erano invece ben noti. Chi si è interessato allora ad una possibile sfida con le prossime power unit? A quanto pare, nella lista ci sono almeno Hyundai e Ford, attuali avversarie nei rally iridati.
Lo conferma Auto Motor und Sport, secondo cui rappresentanti del marchio coreano hanno già avuto alcuni incontri con lo stesso Domenicali. Hyundai ha oggi nel WRC, nel programma TCR (partecipando anche al Mondiale Turismo) e nella serie elettrica ETCR i suoi impegni sportivi di riferimento, peraltro gestiti dal reparto corse ad Alzenau, in Germania. Uno sbarco in F1 sarebbe l'apice di un lungo percorso di crescita, per quello che è diventato il quarto gruppo automobilistico globale per veicoli prodotti (quasi 7 milioni nel 2021), peraltro molto competitivo sulle tecnologie di elettrificazione.
Per Ford quello nel Circus sarebbe invece un ritorno, favorito dall'interesse crescente che sta riscuotendo la Formula 1 negli Stati Uniti. La casa di Detroit, che ha segnato un'epoca con il mitico otto cilindri Cosworth, uscì definitivamente di scena a fine 2004 cedendo la Jaguar alla Red Bull. In questi mesi Ford sta preparando una riduzione dei posti di lavoro in Europa, ma non sono passate inosservate le
recenti dichiarazioni di Mark Rushbrook, responsabile delle attività sportive: "I motori a combustione interna continueranno a funzionare molto bene per noi nel futuro. Creano una connessione emozionale e appassionata con il veicolo che aiuta il nostro brand". La F1 attuale è ibrida, certo, come la Puma Rally1 schierata (contro Hyundai) nel WRC, ma queste parole possono suonare come una piccola apertura.
Ford, nel WRC, è peraltro sponsorizzata... Red Bull. Un accordo con il team anglo-austriaco, per il costruttore americano così come per Hyundai, sarebbe molto attraente per un ingresso in F1 "facilitato". Red Bull, con il suo reparto Powertrains, sarà infatti in grado di produrre in autonomia la parte termica (anzi, il V6 ha già cominciato a girare al banco), e basterebbe stringere una partnership per la parte elettrica. Il consulente Helmut Marko, saltata la trattativa con Porsche, aveva subito rivelato l'interesse di altri costruttori: "A sorpresa, abbiamo ricevuto alcune richieste ora che la notizia è diventata ufficiale".
Vero che Red Bull ha però cominciato a rinsaldare i legami con la Honda, tanto che da questo weekend, a Suzuka, sulle RB18 e sulle AlphaTauri ricomparirà il logo principale dell'azienda nipponica. Che però, si sa, non è sempre rapidissima a prendere le decisioni e potrebbe farsi scavalcare.
Senza dubbio, la F1 non è invece argomento che interessa la BMW, assente da fine 2009. "Ci vogliono grandi investimenti e, prima di avere un ritorno, bisogna vincere molto. Siamo contenti con gli attuali progetti", ha messo in chiaro il direttore sportivo Andreas Roos, con il prototipo per l'endurance che sarà il fiore all'occhiello. "Siamo già in piena elettrificazione e la classe LMDh si adatta perfettamente a noi".