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18 Lug [13:16]

Audi chiude il programma GT
Quale futuro per i piloti ufficiali?

Luca Basso

Era già nell’aria da tempo la notizia, ma lo scorso 11 luglio Audi ha comunicato la chiusura del proprio programma ufficiale nel panorama GT al termine della stagione 2023. Tante le motivazioni, ma su tutte spicca il prossimo ingresso in Formula 1 previsto nel 2026: una scelta che, tanti addetti ai lavori, non hanno ben compreso e che ha comportato, tra l’altro, l’abbandono del progetto LMDh per il FIA World Endurance Championship.

Sembrano davvero lontani i tempi in cui la Casa degli Anelli entrava nel mondo dei rally con la rivoluzionaria Quattro, vincendo tre titoli piloti e due costruttori. Così come quelli in cui Wolfgang Ullrich guidava con carisma il reparto sportivo e coglieva successi a ripetizione alla 24 Ore di Le Mans e nel DTM. Il Dottore austriaco, per motivi di età e per lo scandalo Dieselgate che colpì il gruppo Volkswagen, dovette abbandonare suo malgrado il ruolo di direttore sportivo.

Da allora, Audi Sport si è maggiormente concentrata sull’elettrico con la Formula E (prima) e sulla Dakar (dopo). Tuttavia, la crisi economica dovuta alla pandemia di COVID-19 ha portato gli alti vertici di Ingolstadt a ritirarsi dal DTM a fine 2020 – salvo impiegare poi qualche pilota ufficiale con i nuovi regolamenti GT3 – e dal campionato delle monoposto full-electric a metà 2021.

Proprio l’uscita di scena di Ullrich ha reso instabile e confusa l’attività sportiva di Audi, e lo dimostra chiaramente l’iniziale scelta di ritornare nelle gare endurance con un proprio prototipo e, dopo meno di un anno, cambiare totalmente idea per puntare sulla Formula 1. La scelta del Circus iridato prevede un budget così elevato che ha convinto fin da subito la dirigenza a chiudere in fretta e furia il reparto coinvolto nella LMDh, praticamente quando era già assemblata e pronta a svolgere i primi test.

Già negli ultimi tempi, Audi aveva perso importanti tasselli nel GT. Il Team WRT, legato al marchio dal 2010 e uno dei più vincenti in assoluto nel panorama, aveva preso la decisione di legarsi a BMW. La squadra belga stava investendo su un’espansione nei prototipi, gareggiando e vincendo al debutto l’European Le Mans Series, il Mondiale e la 24 Ore di Le Mans nel 2021 nella classe LMP2, sperando di essere scelta per la gestione del programma LMDh. Invece, come un fulmine a ciel sereno, si sono ritrovati spiazzati e non ci hanno pensato due volte sul “tradire” Audi. Tra l’altro, Vincent Vosse aveva accusato Julius Seebach (boss di Audi Sport dal 2020 al 2022) di aver completamente danneggiato l’immagine della casa tedesca.

Arriviamo dunque ad oggi, con 14 piloti dal calibro di Christopher Mies, Frederic Vervisch, Christopher Haase, Markus Winkelhock, Mattia Drudi, Ricardo Feller e Frédéric Vervisch (oltre a Patric Niederhauser, Luca Engstler, Simon Gachet, Max Hofer, Pierre Kaffer, Gilles Magnus, Dennis Marschall e Frank Stippler) a piede libero. René Rast, Kelvin van der Linde, Dries Vanthoor, Robin Frijns e Charles Weerts avevano già levato le ancore al termine del 2022, fiutando per tempo la cancellazione del programma sportivo.

Difficile prevedere il futuro per tutti, soprattutto perché le alternative sono poche. La prima soluzione potrebbe essere Lamborghini, marchio facente parte proprio del gruppo Volkswagen, che ha scelto la via dell’endurance e vedrà impegnati Mirko Bortolotti, Andrea Caldarelli, Romain Grosjean, Daniil Kvyat e altri due piloti (si parla di un altro italiano e di qualcuno con lo stesso background di Grosjean). Allargare i ranghi è possibile, ma i posti sono limitati: Drudi è il nome che spiccherebbe su tutti, essendo proveniente dal nostro Belpaese (e a Lamborghini piace preservare la propria italianità), giovane, veloce e con tanta esperienza alle proprie spalle.

Oltre a Lamborghini, ci sono Mercedes-AMG, Porsche, BMW, senza contare McLaren nonostante stia ampliando il proprio coinvolgimento nelle corse con l’introduzione del proprio monomarca nei weekend del Fanatec GT World Challenge Europe powered by AWS. È bene sottolineare che BMW ha già strappato gli elementi più forti da Audi, mentre Porsche ha ridotto notevolmente il proprio coinvolgimento nel GT. Resta quindi Mercedes-AMG, magari al posto di Adam Christodoulou, Thomas Jäger e Maximilian Götz, gli ufficiali più ai margini della Stella.
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