Jacopo Rubino - Photo4
Michael Schumacher compie 50 anni, e questo 3 gennaio 2019 sembra davvero l'occasione di stringere l'abbraccio al pilota più vincente nella storia della Formula 1. 91 vittorie, sette titoli mondiali, e oggi conta poco se Lewis Hamilton, in un futuro non troppo lontano, potrebbe superare questi record. È in occasioni del genere che il motorsport si dimostra una grande comunità. Compagni d'avventura, ex rivali, amici, i suoi team Ferrari e Mercedes, gli appassionati: tutti hanno sfruttato i propri account sui social network per esprimere un pensiero d'affetto, ognuno a modo suo.
Il tempo passato da quel 29 dicembre 2013, la data del maledetto incidente sugli sci, sembra adesso davvero infinito. Da allora, nella più totale riservatezza, Schumi ha lottato prima contro la morte e poi per una vita che ci auguriamo almeno dignitosa, ma pur sempre in contrasto con ciò che il "Kaiser" ha sempre rappresentato: la voglia di mettersi ogni volta in gioco, di essere sempre il numero uno, sempre al top della forma fisica e mentale, di lavorare per spingersi oltre il valore della sua vettura. Per questo ha potuto affrontare una carriera lunga e sempre da protagonista, fino al primo ritiro nel 2006, e per questo ha desiderato riprovarci nel 2010 accettando la sfida Mercedes per tornare in Formula 1. Non aveva nulla da dimostrare, in quel triennio che gli ha portato poche soddisfazioni, ma vederlo lottare a centro gruppo lo ha forse reso più umano ai nostri occhi. Quell'ultimo podio conquistato nel 2012, a Valencia, ha reso contenti tutti. Toto Wolff, responsabile dello squadrone Mercedes, gli ha reso omaggio: "È fra le persone che hanno gettato le basi per i nostri successi".
Del presente ci resta la nota diffusa alla stampa dalla moglie Corinna: "Potete stare tranquilli, è nelle migliori mani possibili e stiamo facendo qualsiasi cosa per aiutarlo. Siate comprensivi, se seguiamo i desideri di Michael per mantenere la privacy su un argomento così sensibile come la sua salute". L'amico Jean Todt, che "un paio di volte al mese" gli fa visita (un privilegio concesso a pochissime persone), in una bella intervista alla Gazzetta dello Sport ha commentato: "Abbiamo la fortuna di aver vissuto tanti capitoli belli di cui ricordarci. Sta lottando e continuerà a farlo. Ha una squadra vicino a lui, la sua famiglia, che è straordinaria". Il capo del team Ferrari nell'epopea dei trionfi iridati ha anche aggiunto: "Abbiamo viste tante gare insieme e ne vedremo ancora molte", ma senza volersi soffermare sulle condizioni di salute: "Non credo che ci sia una ragione per tornare su questo punto".
A portare l'eredità di Schumacher sui circuiti c'è oggi il figlio Mick. Sono lontani i tempi degli esordi nel karting, quando per tenere lontani i curiosi utilizzava con il cognome della mamma, Betsch. Mick è ormai sotto i riflettori del mondo intero, dopo aver conquistato nel 2018 il titolo FIA F3 grazie a una calvacata straordinaria nella seconda parte di stagione. Il 2019 per lui sarà in Formula 2, e un campionato di alto livello potrebbe addirittura spalancargli subito le porte della categoria regina. Già così, sarebbe una storia degna di un film. Speriamo che papà Michael abbia modo di seguirla.