19 Dic [13:11]
Colnaghi, la promessa tricolore
Ecco come ha incantato Todt jr
Massimo Costa - Dutch Photo
E’ nato a Monza, vive a Vimercate, ma ha trascorso l’infanzia a Singapore. Sono 16 anni vissuti intensamente quelli di Mattia Colnaghi, neo campione della Formula 4 spagnola, primo italiano a riuscirci da quando nel 2016 è nata la categoria. Padre ingegnere aerospaziale e super appassionato di corse, madre laureata in chimica, Mattia ha seguito la famiglia fino all’altra parte del globo (Singapore appunto, per motivi di lavoro del padre) quando aveva appena 5 anni e si è trovato a parlare meglio la lingua inglese piuttosto che l’italiano.
Tornato a Vimercate a 11 anni, si è buttato sui libri per recuperare la lingua madre e, curiosamente, a scuola a Monza ha diviso la stessa classe con Alex Powell, attuale pilota Junior Mercedes nella F4 tricolore. La passione per il motorsport è nata in fretta, prima assistendo ai Gran Premi F1 davanti alla TV, poi al primo contatto con un go-kart è sbocciato il vero amore. E nessuno ha più potuto fermarlo. Velocemente si è fatto largo nel mondo del karting e con CRG si è piazzato sesto nel mondiale Junior 2023.
E’ quindi stato selezionato dalla Richard Mille Academy, nata per volontà del manager Nicolas Todt, il quale alla fine di ogni stagione organizza sul circuito di Navarra questa importante valutazione di una decina di giovanissimi kartisti pronti a debuttare in monoposto. Dove si osserva non solo la guida, la prestazione secca, ma si dà importanza anche alle capacità comunicative, a come migliorare il set-up di una vettura, alla preparazione fisica. Al vincitore, Todt regala una stagione nella F4 spagnola con MP Motorsport, la squadra che mette a disposizione le proprie monoposto per la Richard Mille Academy. E proprio Colnaghi è risultato il migliore della Richard Mille Academy 2023, passando direttamente nella All Road Management di Todt. Che gli ha dato subito un obiettivo: concludere il campionato tra i primi cinque o vincere la classifica rookie.
“Essere risultato vincitore in quella selezione è stato fondamentale, mi ha cambiato la vita, la carriera. Non avrei mai potuto correre in monoposto non disponendo del budget adeguato, ma grazie a Richard Mille questo sogno si è reso possibile”, ha spiegato Mattia. In quel periodo, aveva già un accordo con CRG per proseguire nel karting anche nel 2024, ma dopo essere entrato di diritto nelle grazie di Todt, è stato lasciato libero. Nel 2023, Colnaghi aveva una sola possibilità per poter intraprendere una carriera in formula, e l’ha centrata.
Nel 2024, per Mattia c’era un altro obiettivo da cogliere, come detto sopra o la vittoria rookie o un piazzamento tra i primi cinque nella classifica assoluta, e lui cosa ha fatto? Ha vinto il campionato. Per farla breve, disponeva di due colpi in canna e non ha mai sbagliato la mira. Non è da tutti considerando che i precedenti vincitori del Richard Mille Academy non hanno poi rispettato le aspettative. Todt e Richard Mille con Colnaghi hanno fatto un giusto investimento che si protrarrà nella Eurocup-3, sempre con MP Motorsport, la serie che fa concorrenza alla Regional European by Alpine. Ed è curioso notare come Todt sia stato decisivo anche nella carriera di un altro pilota italiano di grandi speranze, senza budget: Gabriele Minì.
“All’inizio della stagione ero veloce, ma mi mancava l’esperienza, come trovare pista libera per fare un buon tempo in qualifica, gestire bene la gomma e quella malizia in gara che ti porta a fare la differenza. Dopo Jarama e Portimao, i primi due appuntamenti del campionato, avevo raccolto un solo podio sulle sei gare disputate, una pole e un bottino di 36 punti. Keanu Al Azhari, il mio compagno al secondo anno nella categoria, era primo con 102 punti. Ok, mi sono detto, il discorso titolo è già chiuso. Poi, è arrivata la tappa di Le Castellet, dove ho raccolto le prime due vittorie, oltre a un quinto posto, e sono balzato secondo in campionato con 93 punti mentre Al Azhari ne aveva 135", spiega Colnaghi.
Che prosegue: "Al Motorland Aragon di Alcaniz è andata così cosi, secondo in gara 1, poi settimo e terzo, mentre a Valencia al via di gara 1 dalla seconda fila ho stallato, e sono scivolato fuori dalla zona punti. Però, nelle altre due corse mi sono rifatto con una seconda e terza piazza. A quel punto mancavano due appuntamenti alla conclusione della stagione, Jerez e Montmelò, ed avevo un divario di 35 punti da Al Azhari”.
Vi chiederete come fosse vissuta la rivalità tra i due compagni in MP Motorsport, che poi in realtà vedeva coinvolto nella caccia al titolo anche Maciej Gladysz, altro pilota della squadra olandese, terzo incomodo in classifica. Alzati muri? Ognuno dalla sua parte con l’ingegnere nascondendo le telemetrie? Non proprio. Tra Mattia e Keanu e gli altri piloti di MP vi è sempre stata una totale apertura e nel box una cordialità inimmaginabile fra i genitori dei piloti, tra questi anche l’ex F1 Jan Lammers col figlio René impegnato con MP al suo primo anno di F4, ma con risultati peggiori:
“Keanu ha iniziato la stagione fortissimo e confrontandomi con lui, leggendo i suoi punti di forza sulla telemetria, sono cresciuto tanto. Lo ringrazio per questo. Adesso posso dire che ho raggiunto il suo livello”, ha affermato il neo campione confermando l’amicizia che non si è dissolta nonostante la bagarre per la vittoria nel campionato.
Dove eravamo rimasti? Alla vigilia di Jerez, dove Colnaghi ha cambiato marcia con decisione vincendo gara 1 e 3, cogliendo il terzo posto nella seconda corsa, vinta da Al Azhari, ma andato peggio nelle altre due. Divario in classifica in partenza dall’Andalusia, 13 punti a favore dell’emiratino. Tutto si è così deciso nell’ultimissima tappa in Catalogna, con Mattia semplicemente travolgente: pole e due vittorie, quinto posto in controllo nella fondamentale terza corsa che lo ha laureato campione con 10 punti di vantaggio sul rivale.
Quello che ha stupito in questo rush finale, è stata la freddezza, da veterano, con la quale nel weekend in cui era schiacciato da una pressione mai vissuta prima, Colnaghi ha saputo tenere tutto sotto controllo in ogni momento. Impressionante per un ragazzo alla sua prima stagione in monoposto. Umile, ragionatore, preciso, mai lamentoso, estremamente serio tanto che dopo la conquista del campionato ha mantenuto un certo aplomb, con genitori mai invasivi col team o con lo stesso ragazzo. Una rarità, una perla rara da accudire.