Jacopo RubinoSecondo pilota e futura power unit: restano due importanti questioni in sospeso in casa Red Bull. Tutto potrebbe restare immutato, tenendo sia Alex Albon che il motore Honda, pur senza supporto della casa giapponese che lascerà la Formula 1 a fine 2021, ma ad oggi niente è stato realmente definito.
La fine di novembre era considerata cruciale per il destino di Albon: a Portimao e Imola ha deluso ancora, ma nell'ostica tappa in Turchia ha dato segnali di ripresa. Ottima la sua qualifica (quarto), e in gara poteva far più di settimo senza un testacoda, trappola in cui è però caduto anche il compagno Max Verstappen. "È stato un buon weekend, abbiamo provato alcune regolazioni che hanno reso la macchina più prevedibile. È un po' frustrante aver raccolto così poco, ma ci sono tanti aspetti positivi", ha sottolineato l'anglo-thailandese. "Sono fiducioso, abbiamo preso la direzione giusta. Dalla mia parte le cose stanno migliorando, non vedo l'ora di andare in Bahrain".
Bahrain che, a questo punto, non appare più da dentro o fuori: il consulente Helmut Marko sembra aver posticipato la scadenza della decisione. "Abbiamo sempre detto che la valutazione verrà fatta dopo Abu Dhabi", ha affermato a Sky Deutschland Eppure le parole del team principal
Christian Horner in Portogallo davano indicazioni differenti. Buon segno per Albon, comunque, avere più tempo del previsto. Marko gli ha tirato le orecchie per l'errore di Istanbul ("ha buttato il via podio"), ma gli ha riconosciuto di aver condotto fino a lì "una buona corsa".
In alternativa, sul tavolo Red Bull restano i nomi di Sergio Perez o Nico Hulkenberg, mai passati dal proprio vivaio ma solidi, esperti e veloci. Il messicano una dimostrazione in più l'ha data proprio in Turchia, conquistando la piazza d'onore. La Red Bull è ormai la sua unica chance per restare in F1 nel 2021, ma ha confessato: "Non è qualcosa nelle mie mani". E anche Hulkenberg, intervistato da Servus TV (canale di proprietà... Red Bull), ha ripetuto lo stesso concetto: "Non dipende da me. Al momento è tutto abbastanza fermo, ci vorrà un po' perché ci sia davvero chiarezza". Il tedesco ci ha persino scherzato su, rivelando che il suo unico contratto firmato è stato per un... mutuo.
E poi c'è il nodo power unit: Horner vorrebbe scioglierlo entro fine mese, per non restare troppo indietro sul progetto 2022. La preferenza resta nel mantenere i V6 Honda, rilevandone la proprietà intellettuale, ma servirebbe anche uno stop agli sviluppi. Renault e Ferrari si erano dichiarate contrarie (non la Mercedes), ma adesso ci sarebbero state delle aperture, come rivelato da Auto Motor und Sport: si parla di omologare le specifiche a inizio 2022 e non a fine 2021, concedendo qualche mese di lavoro aggiuntivo. "I dialoghi continuano e siamo sulla strada giusta", ha affermato Marko. Vediamo dove porterà l'opera di "diplomazia". Il piano B, ripiegare sulla fornitura Renault, non entusiasma nessuna delle parti interessate.