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25 Mar [17:25]

È quasi rottura tra ACO e IMSA

Marco Cortesi

In occasione dei test collettivi di Le Castellet è arrivato l’atteso ultimatum dell’ACO all’IMSA riguardo alla compatibilità delle regole LMP2 con quelle Daytona Prototype International, previste dal 2017 nel campionato americano. O fate le macchine come le nostre, o non correte a Le Mans, questo il messaggio lanciato da Pierre Fillon, capo dell’Automobile Club Dell’Ouest. Inizialmente, si parlava di piattaforma comune con vesti estetiche modificate rispetto alle quattro piattaforme ammesse in LMP2 (Oreca, Ligier, Dallara e Riley, e motori liberi negli USA anziché i Gibson monofornitore dell’ACO.

Ma l’interesse da parte di almeno cinque case (Honda, Mazda, Bentley, GM e Nissan) e la necessità da parte degli americani di avere vetture almeno lontanamente somiglianti al modello stradale, elettronica personalizzata, packaging adatto a propulsori turbo e aspirati, ha visto evolvere più di quanto previsto all’inizio il concetto di DPi.

Ora l’ACO avvisa: non potranno essere accettate al via in LMP2 vetture che, così rimanessero le cose, sarebbero troppo diverse e più performanti dal pacchetto standard. La conseguenza è un prevedibile scontro: prevedibile perché le istanze da soddisfare sono completamente diverse per i due campionati. Mentre a Le Mans la classe LMP2 serve sostanzialmente a far contenti dei privati e divertire dei gentleman, in IMSA, per tornare ai fasti del passato, serve il professionismo.

La soluzione proposta originariamente, quella di accettare a Le Mans vetture con motore “personalizzato”, ma dalla carrozzeria standard, ha molti limiti. Uno su tutti, il fatto che i propulsori turbo avrebbero comunque bisogno di componenti specifici. E anche la proposta di schierare le vetture in LMP1-L, avanzata nel corso delle riunioni, sembra avere molta strada da fare.