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Ecco come le Academy F1 proibiscono
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1 Ott [16:13]

Ecco come le Academy F1 proibiscono
ai campioni della Regional Alpine
di essere liberamente intervistati

Massimo Costa

C'era un volta il giornalista che, inviato sui campi di gara europei delle serie propedeutiche alla F1, poteva tranquillamente avvicincarsi ai migliori giovani piloti, anche già nell'orbita di qualche team di F1, sedersi in sala stampa o da qualche parte nel paddock, e imbastire interviste. Italiaracing lo ha sempre fatto senza problemi, che si fosse a Monza, Spa, Jerez o chissà dove. Si organizzava la chiacchierata con lo stesso pilota, o il manager, o il team. E via, senza problemi.

Non si era in tanti a seguire questa tipologia di campionati, anzi, quattro-cinque inviati al massimo tra testate francesi, inglesi, tedesche, italiane. Stiamo parlando per lo più della World Series Renault, che comprendeva la categoria 3.5 e 2.0 (europea ed italiana), ma anche la F3 Euro Series e la GP2. C'era rispetto, fiducia, attenzione al lavoro dei media. Chi scrive, intervistò nel 2006 Lewis Hamilton, pilota Mercedes, poco prima di salire sulla Dallara GP2 del team ART in un test a Le Castellet. E per tutti era normale. Fu uguale con Sebastian Vettel, Daniel Ricciardo, Carlos Sainz in World Series Renault, tutti ragazzi già nell'orbita Red Bull. L'elenco delle nostre interviste è lungo.

Come avrete notato, è stato utilizzato non a caso il termine "c'era". E sì, perché oggi, a causa della bramosia delle Academy F1 di controllare ogni parola, ogni movimento, dei loro giovani piloti, mettendogli alle spalle truci giannizzeri muscolosi con in mano l'arma letale (la fondamentale borraccia che evidentemente il pilota non è più capace di tenere) e le immancabili palline da tennis, senza le quali i futuri campioni non riuscirebbero a concentrarsi, è quasi impossibile avvicinarli. Circondati da preparatori atletici, manager, babbi e mamme, psicologi, dal personale dei rispettivi team. E se ti avvicini a loro, ti guardano in cagnesco, come se noi dei media (appassionati che si cimentano nel raccontare le loro gesta) fossimo dei nemici. E' una sorta di preparazione (sbagliatissima) dei ragazzi per quando (forse) un giorno arriveranno in F1. I giornalisti sono il diavolo, teneteli lontani!



Ma che mentalità è questa? Dove stiamo andando? Ve lo raccontiamo subito. Anno 2023, Hockenheim. Il nostro Luca Basso è sul posto per seguire il weekend della Regional European by Alpine. Non ci sono altri media italiani. Ebbene, l'italiano Andrea Kimi Antonelli si è laureato campione della categoria a Zandvoort, appare logico, normale, lapalissiano, fermarsi con lui per 10 minuti per una intervista. Ma no, non si può. Come non si può, siamo venuti fino in Germania... No, bisogna mandare le domande all'ufficio stampa Mercedes. Mandare le domande? Ma se siamo nel paddock, a 10 metri da Antonelli. Va be, se inviamo le domande l'ok arriva immediatamente? No, nei giorni seguenti... Come è finita? Che ci siamo rifiutati di intervistare Antonelli dopo che qualche manina tedesca, chissà con quali credenziali giornalistiche, aveva cancellato un paio di domande banalissime. Ok grazie, possiamo farne a meno, la censura andrà bene a qualcun altro, non a noi.

Cioè, capite la situazione? L'intervista ci sarebbe stata concessa nel corso della settimana, o anche quelle dopo, alle loro condizioni, per telefono (con l'addetta stampa alle spalle del pilota pronta a intervenire), quando la si poteva fare serenamente a Hockenheim sotto la tenda del team. Ergo, il campione della Regional European, ripetiamo, Regional European, categoria che rimane sotto la Formula 3 e la Formula 2, deve sottostare alle regole restrittive che spettano ai piloti di F1.

Lo stesso copione si è ripetuto lo scorso fine settimana a Montmelò. Rafael Camara, in orbita Ferrari, ha vinto il titolo della Regional European by Alpine. Bene, Italiaracing, unico media italiano presente, propone una intervista con il pilota brasiliano. Niente, occorre mandare le domande al Ferrari Driver Academy. Sorridiamo, non ci proviamo neanche. Camara se lo intervisteranno loro. Ok, Camara non viene intervistato nel momento più bello della sua carriera, quello della conquista del campionato. Perché? Perché qualcuno che pensa di saperla lunga in qualche ufficio della Ferrari o della Mercedes, ma lo stesso vale per le altre Academy F1, ha deciso che così non si fa. 

Antonelli nel 2023 e Camara nel 2024, due giovani bravissimi campioni, non hanno potuto effettuare interviste libere subito dopo la conquista del campionato Regional by Alpine per regole inventate da qualche genio che vede la comunicazione come un qualcosa da evitare, in barba ai giornalisti presenti sul posto che vorrebbero cogliere le emozioni a caldo dei protagonisti. A quanto pare, ce lo insegnano loro, questi burocrati del nulla, e sbucati da chissà dove, come si fa giornalismo.



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