15 Mar [17:05]
Ferrari travolgente come non mai
L'eredità di Allison si vede
Massimo Costa
Gli otto giorni di test spagnoli ci hanno consegnato una Rossa in gran forma. Che dire. La Ferrari bluffava? La risposta è no. La Ferrari fa paura? La risposta è sì. Rimane da capire se la Mercedes si è trattenuta e a Melbourne metterà tutti in riga, o se veramente ha faticato a tenere il passo di Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen, quest'ultimo capace di segnare ogni possibile record. Per poi raccontare che sì, in quel giro da 1'18"634 poteva fare ancora meglio senza un piccolo errore. Dunque, la Ferrari si è portata a casa la pole e il secondo tempo dei test a Montmelò, ha constatato di avere una monoposto estremamente affidabile (956 giri pari a 4.450 km contro le 1.096 tornate della Mercedes per 5.102 km).
La power unit ha fatto la "brava" al contrario di quanto accaduto a Renault o, ancora peggio, a Honda esprimendosi sui livelli di quella tedesca. Ferrari su questo fronte ha avvicinato tantissimo Mercedes. Non solo. C'è stato un lavoro enorme per quanto riguarda gli sviluppi; nel corso degli otto giorni sono state provate evoluzioni aerodinamiche, proprio grazie all'affidabilità che ha permesso ai piloti di girare e girare. L'incognita derivante delle gomme si è presto rivelata una gentile compagna di viaggio con Vettel e Raikkonen che hanno guidato alla perfezione, anche se non sono mancati errori come l'incidente alla curva 3 del finlandese. Ma proprio Raikkonen con queste vetture più muscolose, adatte al suo stile di guida, sembra un altro pilota rispetto a quello conosciuto e visto negli ultimi due anni.
Insomma, tutto sembra funzionare a meraviglia. La SF70H può essere la monoposto che può contrastare la Mercedes, ma attenzione a lanciarsi in sperticati elogi al nuovo corso italiano della Ferrari voluto da Sergio Marchionne. La vettura è stata disegnata con molto anticipo e come ha detto il direttore tecnico della Toro Rosso, James Key, alla Gazzetta dello Sport: "È impossibile fare in pochi mesi un salto di qualità del genere, i risultati della Ferrari sono il frutto di un lavoro cominciato un anno fa". Ovvero, sotto la direzione del tanto criticato James Allison che ha lasciato in eredità a chi ora lo rimpiazza, Mattia Binotto, un prodotto a dir poco perfetto.