Jacopo RubinoLiberty Media ha scelto: vuole trasferire il Gran Premio del Brasile da Interlagos a Rio de Janeiro. Da ormai due anni è allo studio la costruzione di un nuovo autodromo nella zona di Deodoro, ex base militare che ha accolto anche alcune discipline delle Olimpiadi 2016, spinta anche dal presidente Jair Bolsonaro. Chase Carey, amministratore delegato dalla F1 fino a fine anno (gli subentrerà poi Stefano Domenicali), a metà settembre ha confermato al governatore locale Claudio Castro la firma con la società promotrice Rio Motorsports.
"Gli accordi sono pronti a entrare in vigore, e un annuncio da parte della F1 avverrà non appena saranno rilasciate le licenze necessarie dalle autorità competenti", si leggeva nella lettera sottoscritta dal manager americano.
Procede tutto senza intoppi, quindi? Affatto: la nascita del "Rio Motopark", disegnato dal solito architetto Hermann Tilke, è osteggiata dagli ambientalisti, in quanto prevede l'abbattimento di migliaia di alberi. Servirà una relazione degli enti preposti a valutare l'impatto dell'opera. Il documento inviato da Carey non fa menzione specifica alla location, non è quindi escluso che si cerchi una sede alternativa in caso di esito negativo.
Qualcosa in più si potrebbe capire a breve, quando Liberty pubblicherà la bozza del calendario 2021. I tempi per far partire i lavori stringono. Per il 2022, comunque, ha già in programma di fare tappa a Deodoro la MotoGP, che non corre nel Paese sudamericano dal 2004 quando a Rio esisteva ancora il vecchio tracciato di Jacarepagua.
Sembrano comunque ridotte al lumicino le possibilità che Interlagos continui ad ospitare la categoria regina, come avviene in modo continuativo dal 1990: il contratto con l'impianto alla periferia di San Paolo scade proprio al termine di questa stagione. In virtù dei precedenti patti con Bernie Ecclestone, inoltre, gli organizzatori locali non versavano alcuna tassa di iscrizione, a differenza di quanto avviene per gli altri round (Monaco esclusa). I
rapporti tra Interlagos e Liberty si sono per giunta inaspriti nei mesi scorsi con la cancellazione della gara 2020, per le problematiche dovute all'emergenza Coronavirus, ritenuta unilaterale.
Nella foto, la ricostruzione virtuale del nuovo circuito a Rio de Janeiro