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21 Mar [13:45]

GP di Monza, è quasi ultimatum
tra realtà e fantascienza

Marco Cortesi - Photo4

Chissà in che faccende sono affaccendati Roberto Maroni e Matteo Renzi. Quelli che, sotto i riflettori dello scorso Gran Premio d’Italia, sembravano quasi voler dare a Bernie Ecclestone dei diktat sul GP a Monza. No perché viene da chiederselo: forse hanno altro di più importante o piacevole da fare. Nel frattempo, continua il tira e molla per la salvezza della gara brianzola, che è diventato ormai una corsa quasi disperata contro il tempo. Parlando al Fatto Quotidiano, Angelo Sticchi Damiani, presidente Aci Sport, ha ieri dato ormai per spacciata la pista della SIAS, spiegando ormai come le uniche speranze siano su Imola. Un messaggio forte, volutamente perentorio, lanciato a chi forse continua a tirare a campare senza affrontare i problemi.

Ovviamente, la vicenda è tutt’altro che chiusa e, a dispetto di tutte le voci, il problema è legato al puro denaro. C’è una differenza tra quanto Ecclestone vuole e quanto le istituzioni (ACI tramite il PRA) sono disposte a garantire, una grossa differenza. Le casse dell'Autodromo non è che sembrino un grande investimento al momento, e la Regione sembra essersi vaporizzata. Poi, non è un mistero, la dirigenza dell’Autodromo non riscuote grande fiducia alla corte di Mr. E. Figurarsi poi, come può avere preso uno come lui i tira e molla, le attese, e “on top of that”, l’arrivo dei politici a mo’ di avvoltoi assetati di attenzione.

Ora si tratta di capire come e se si potrà bypassare il duo Ferri-Dell’Orto, al timone dell'Autodromo, magari anche ad opera del Presidente ACI Milano Ivan Capelli, o come far quadrare i conti con una gestione "esterna". Ammesso che la situazione sia recuperabile. Certo è che Capelli, più che una figura istituzionale di riferimento, francamente appare come il passeggero di un treno impazzito, tanto più se ancora impegnato nel fare tutt’altro in RAI.

Il tutto lasciando stare la tanto sventolata “variante” al tracciato per far correre le moto che non è una proposta seria e mai si farà, sia per motivi di budget sia per le difficoltà logistiche (lavori da fare, cemento da colare, alberi da abbattere) che sembra pochi ormai si ostinino a non vedere. E si manca anche di memoria storica: se la Superbike è rimasta a Monza per anni è stato per merito e desiderio dei fratelli Flammini. Sicuramente non per quanto aveva da offrire l’impianto. E se si pensa che con un pezzo di pista nuovo la Dorna schiuda le sue porte senza chiedere fee milionari... beh quella è fantascienza.

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