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4 Feb [17:10]

Grosjean e la sfida in IndyCar:
anche senza ovali, atto di coraggio

Jacopo Rubino - XPB Images

La prossima avventura di Romain Grosjean si chiama IndyCar. Ufficializzata la firma con il team Dale Coyne Racing, il 22 febbraio sul circuito di Barber ci sarà il primo test con la sua monoposto Dallara-Honda. Chi ci avrebbe scommesso, dopo lo spaventoso incidente al Gran Premio del Bahrain, poco più di tre mesi fa? Consapevole di essere fuori dalla Formula 1 fine 2020, non confermato dalla Haas, il pilota francese stava già valutando l'approdo in America, ma quello schianto, il rogo, la morte vista in faccia, sembravano sconsigliare questa strada, coraggiosa per chiunque.

"Il primo messaggio del mio manager dopo l'incidente fu «Dimentichiamo la IndyCar», e dopo uno shock del genere era comprensibile. Ma poi ho detto «Credo sia ancora possibile, voglio ancora correrci»...". E quindi Grosjean non si è tirato indietro: "Sono super felice, sarà una bella sfida e un bel capitolo della mia carriera", ha commentato dopo l'annuncio del contratto. "Se essere in F1 significa superare la Q1 una o due volte l'anno, credo che sia un capitolo chiuso e preferisco guardare ad altri campionati dove avere il potenziale per vincere delle gare. La IndyCar ha uno schieramento molto più equilibrato di quanto sia mai stato abituato nella mia carriera".

Niente ovali, però, e quindi niente 500 Miglia di Indianapolis. Meglio non rischiare, almeno per adesso, anche per tutelare la propria famiglia. "Ero in contatto con Dale Coyne prima dell'incidente, credo un paio di settimane prima di Imola. Siamo andati d'accordo e mi ha fatto un'offerta. Avevo in programma di disputare tutto il campionato, ma poi c'è stato il Bahrain. Per un momento ho pensato di essere morto, e da padre di tre bambini devo avere buon senso nelle mie decisioni, nelle mie scelte per il futuro. Per i miei figli e per mia moglie, al momento non mi sento a mio agio a correre sugli ovali, almeno quelli veloci". L'unica concessione potrebbe essere per l'anello "corto" di Gateway, in calendario il 21 agosto, dove le medie orarie sono più basse. L'impegno 2021 è quindi concentrato ai 13 round sui circuiti permanenti e cittadini.

Nel frattempo, Romain studia la serie USA da casa, guardando vecchie gare in Rete e ricevendo consigli dal connazionale Simon Pagenaud, campione 2016 e nel 2019 vincitore proprio della 500 Miglia di Indianapolis. "Penso che potremo essere competitivi, non verrò solo per far presenza. Ma so di aver tante cose da imparare", ha sottolineato il transalpino con umilità. "Vediamo dove arriveremo".

E a livello fisico, come va? "La mano sinistra è quella al momento più danneggiata, quella destra sta bene. La pelle della mano sinistra si è quasi ripristinata, è al 98 per cento a livello di superficie. Un legamento del pollice si era strappato, è servita un'operazione ma ora è abbastanza stabile, sto facendo in fisioterapia per riprendere la mobilità", ha spiegato Grosjean. "Per indossare i guanti da corsa forse aspetterò un'altra settimana, ma dovrebbe andare tutto bene".