20 Ago [10:33]
Hakkinen ritorna sul suo ritiro
"Adelaide '95 pesò sulla mia decisione"
Alessandro Bucci – Photo 4
Il due volte Campione del Mondo finlandese, Mika Hakkinen, è tornato a parlare del suo terribile incidente accaduto ad Adelaide nel 1995. In occasione delle prove libere pomeridiane del venerdì al GP d'Australia, il "finlandese volante" impattò violentemente contro le barriere in seguito ad un testacoda scaturito da un calo di pressione alla posteriore sinistra, mentre Hakkinen stava transitando con la sua MP4/10-C nella curva Brewery-Bend. L'urto contro le barriere esterne, come molti di voi ricorderanno, fu molto violento, tanto da far sbattere la testa a Mika che perse conoscenza anche in seguito ai violenti movimenti cui fu sottoposto il suo collo al momento del fortissimo impatto.
La drammatica esperienza del coma
Fondamentale, ancora una volta, fu l'intervento del compianto medico di gara Sid Watkins, che rianimò alla velocità della luce Hakkinen praticandogli una tracheotomia impedendo l'arresto cardiaco. Il pilota, trasferito al Royal Adelaide Hospital, rimase in coma per due giorni con una diagnosi molto drammatica: frattura della base cranica, di uno zigomo, una ferita alla lingua e diversi denti rotti. Hakkinen, ripresosi dopo un periodo di terapia intensiva in seguito all'uscita dal coma, tornò a gareggiare già dalla stagione 1996, al volante della non proprio competitiva McLaren Mercedes MP4/11.
L'impatto dell'incidente su Hakkinen
Nel corso di un'intervista organizzata con ex piloti e personalità del motorsport dalla rivista cartacea F1Racing, il Campione del Mondo F1 1998 e 1999, interrogato da Otmar Szafnauer della Force India curioso di sapere se, il "finlandese volante" sarebbe stato ancora più veloce in assenza del terribile incidente ad Adelaide, Hakkinen ha così risposto al delicato quesito: "Se non avessi avuto quel grande incidente nel 1995, non credo che sarei stato più veloce di quanto ho poi mostrato in carriera. Ma quell'accadimento mi fece pensare e così, dopo aver vinto i miei titoli Mondiali, mi dissi: "Uhm, meglio non chiedere troppo alla fortuna. Probabilmente senza quell'incidente avrei corso più stagioni ma, come detto, esso mi fece riflettere. Perché incidenti simili, nel motorsport, possono sempre accadere".
La difficile sfida al Paul Ricard
L'australiano Mark Webber, il cui debutto in Formula 1 avvenne al GP d'Australia 2002 al volante della Minardi, ovvero la stagione successiva al ritiro di Hakkinen, ha domandato al finlandese ex Lotus e McLaren come caspita avesse fatto a disputare poche settimane dopo un test efficace come quello che effettuò al Paul Ricard: "Prima del test provavo emozioni contrastanti e non mi sentivo a mio agio. Tuttavia l'aspetto positivo fu che il Paul Ricard era un grandioso tracciato, semplice da guidare e molto sicuro. Tutti mi guardavano come fossi un alieno e la cosa non mi forniva conforto. Quando indossai il casco, tuttavia, mi dissi: "Sono nel mio mondo" e tutto filò incredibilmente bene".
Curiosità su Mika Hakkinen
Dall'intervista-chat con F1Racing in quel di Monaco, sono emersi alcuni dettagli sulla vita privata di Hakkinen che, forse, proprio non tutti sanno. Ad esempio, il "finlandese volante" aveva come animale domestico una tartaruga, piuttosto che un cane o un gatto. "Sono facili da mantenere. Viaggiando in continuazione, per me era difficile all'epoca mantenere nel modo giusto un cane o un gatto" ha ribadito Hakkinen, lasciandosi andare ad una battuta: "Non portavo la tartaruga con me alle gare, comunque. Le persone inoltre sono abituate a pensare che siano animali molto lenti, ma non sempre lo sono".
Infine, Mika, rispondendo ad una domanda dell'ex rivale Damon Hill (Campione del Mondo 1996 con Williams), ha ricordato la sua infanzia spesa nel circo: "Se non fossi stato un pilota del big Circus, probabilmente, sarei comunque stato in un circo. Da bambino ero nel circo della scuola e, forse non vi ricordate, ma venivo nel paddock con un monociclo. Un giorno il preside della scuola mi chiamò nel suo ufficio e pensai: "Cosa diavolo ho combinato?". Invece il preside mi disse: "Mika, dovresti andare in un circo. Cosa ci fai qui?". Sì, se non fossi stato un pilota professionista, penso che avrei potuto lavorare come performer in un circo".