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IL CASO - Perché l'ALPS
ha fermato il campionato 2016

Massimo Costa

Per il 2016 gli organizzatori del campionato Renault ALPS avevano stilato un calendario di alta qualità, con abbinamenti importanti con la GTSport che avrebbe permesso di abbinarsi alla Euroformula Open e al GT Open, ma anche alla Formula 3.5 V8. E con la conferma del tracciato cittadino di Pau, una tappa importante per la formazione dei piloti, e per di più affiancando il FIA F.3. C'erano quindi grandi propositi per la categoria della Fast Lane che offriva una dimensione decisamente internazionale alla propria categoria. Ma non è bastato.

Il rischio era avere una decina di iscritti
Tra novembre e dicembre ci si è accorti che i team incontravano grande difficoltà nel convincere i piloti a correre nella Renault ALPS e alla chiusura del 2015 solo JD Motorsport, Cram e TS Corse avevano garantito la loro presenza. C'era ancora tempo per verificare il lavoro di ricerca piloti di team come BVM e GSK, e magari coinvolgere altre realtà, leggi Avenir by ARTA. Ma, dopo anche il ritiro di Koiranen, e aver constatato che Tech 1 e Fortec hanno dirottato i loro interessi verso il campionato Renault NEC, Fast Lane ha fatto i conti e il rischio era quello di ritrovarsi una decina di monoposto iscritte. E a quel punto è arrivata la decisione di fermare il campionato ALPS.

Piloti preferiscono il NEC
Ma perché i piloti, e chi li gestisce (team compresi), hanno deciso di rivolgersi al NEC proprio nell'anno in cui l'ALPS ha stilato un calendario, come detto sopra, di qualità? A "turbarli" sembra siano state le ultime due tappe ALPS di Montmelò e Jerez che si dovevano svolgere dopo la fine della Eurocup Renault, quindi sarebbe stato ritenuto un impegno ormai inutile. Altro appunto, che la prova di Monza dell'ALPS era in calendario dopo quella dell'Eurocup e dunque non c'era la possibilità di conoscere prima il tracciato italiano. Discorsi comunque fini a se stessi perché l'appuntamento di Spa dell'ALPS si sarebbe svolto prima della Eurocup sul medesimo tracciato, per non parlare di Pau, appena prima di Monte-Carlo, che regalava la chance di conoscere le problematiche di un circuito cittadino che poi, chi proseguirà la carriera, dovrà affrontare nel FIA F.3.

Non riconosciuto il buon lavoro di Fast Lane
Sembra dunque incredibile, ma dopo che per anni Fast Lane si è sentita reclamare da team e piloti che i weekend legati al Gruppo Peroni proponevano un paddock poco esaltante, ora che l'ALPS ha avuto la forza di legarsi alla GTSport (che, ripetiamo, con l'aggiunta della 3.5 V8 presenterà uno dei paddock più importanti nel panorama delle corse europee) e con Peroni sarebbe rimasta legata per un solo appuntamento a Imola, è comunque stata criticata e snobbata. A dimostrazione che la logica, il buon lavoro, spesso si scontra con ragionamenti per lo più incomprensibili. Come questo altro aspetto: gli ultimi due campioni della Eurocup Renault, Nyck De Vries e Jack Aitken, hanno vinto anche l'ALPS a conferma della bontà della serie. Ma evidentemente anche questo non conta più.

La poca lungimiranza di Renault
È però tutto il mondo Renault 2.0 a soffrire. La Eurocup conterà una ventina di monoposto a essere ottimisti. Cosa sta accadendo dunque? Appare ormai evidente che nonostante la grande qualità della monoposto Tatuus con motore da 210 cavalli, che permette ai piloti di salire di categoria (FIA F.3 o 3.5) senza problemi ed essere fin da subito vincenti come racconta la storia del motorsport, viene preferita la F.4 da 160 cavalli su scala nazionale, a differenza dei campionati targati Renault che solcano le piste europee. E qui entra in gioco non tanto la moda del momento, ma il peso della FIA che i dirigenti della Casa francese, dispiace dirlo, con poca lungimiranza hanno clamorosamente sottovalutato.

Il no alla F.4 di Renault, il fallimento della 1.6
Quando tre anni orsono la FIA aveva deciso con Gerhard Berger di provare a lanciare la nuova categoria F.4, Renault è stata la prima ad essere contattata, proprio per la notorietà acquisita nell'ambito delle serie propedeutiche, per tentare di sviluppare assieme un propulsore per la serie. Niente di più logico per Berger che legarsi a Renault per promuovere il primo step delle formule, con la 2.0 che poi per i piloti poteva essere il passaggio successivo prima dell'approdo nella F.3 europea. Ma la risposta di Renault Sport Technologies è stata quasi sprezzante pensando di avere in casa la formula vincente, ovvero la 1.6. Che invece si è rapidamente rivelata un flop clamoroso.

Mai dichiarare guerra alla FIA...
Fare sgarbi alla FIA, voler dichiarare guerra alla Federazione Internazionale dopo che lei stessa aveva teso la mano a Renault, è stato un macrospico errore di presunzione. Tipicamente francese verrebbe da dire... La FIA ha proseguito il suo cammino lanciando la F.4 Italia nel 2014 e poi nel resto dei Paesi, Germania e Gran Bretagna, zona Nord Est Europa, Giappone. Renault non ha fatto nulla per contrastare l'avvento di tali campionati, non ha mosso un dito per proteggere la sua migliore creatura, la 2.0 litri. E quando la FIA ha deciso di creare una Super Licenza a punti, ecco che la prima a essere penalizzata è stata proprio Renault. Che poi ha protestato, il sistema punti è stato (leggermente) rivisto, ma ormai il danno, e che danno, era stato maliziosamente fatto.

Renault pensa al 2018, ma sarà troppo tardi
I campionati di F.4 si sono rivelati un successo, contrariamente a quanto pensava qualcuno di Renault Sport Technologies, e benché ciò fosse evidente e alla luce del sole, si è continuato a non fare nulla per proteggere la 2.0 litri, i campionati ALPS e NEC che sono entrati in sofferenza nel 2015. E così, mentre la F.4 inglese procede spedita per il 2016, la F.4 tedesca conta ben cinquanta iscritti, e i piloti di queste serie con già una stagione di esperienza hanno deciso di affrontare un secondo anno non salendo in F.Renault 2.0 come si pensava, da Parigi è arrivato il progetto per il 2018 di un nuovo motore e probabilmente di una nuova generazione di vetture. Sì, avete letto bene, per il 2018! Troppo tardi, decisamente, anche perché nonostante la concessione di Renault alla FIA di far morire il fiore all'occhiello della serie 3.5 per non contrastare la nascente F.2, dalla Federazione sembra non si siano impressionati più di tanto. E allo studio vi è la creazione di una categoria che si pone come via di mezzo tra la F.4 e la F.3. Ovvero, una serie che metterebbe definitivamente in un cassetto il mondo Renault 2.0. A meno che, a Parigi qualcuno non si svegli per tempo e proponga di unirsi alla FIA per partecipare alla creazione di questa nuova formula di mezzo.

Renault vuole essere la Renault di sempre?
Ma la domanda che sorge spontanea è: c'è ancora l'intenzione di Renault di proseguire sulla via maestra tracciata tanti anni fa e che coinvolge la formazione dei giovani, e che l'ha sempre distinta nella storia delle corse? Dopo lo spreco economico che si è reso necessario per il lancio del costoso Trofeo RS01 in un momento di grave recessione, campionato che nel 2015 è stato un chiaro flop, Renault che ora si appresta ad investire decine e decine di milioni di euro in F.1, ha la forza per concentrarsi sullo sviluppo degli altri programmi?