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28 Nov [16:17]

Il Tema - Kunimoto e Tom's
imbarazzano l'elite europea

A volte è necessaria una riflessione. La conseguenza... è un gran mal di testa. Perché, spesso, cercare di capire e carpire i segreti delle corse automobilistiche porta in un vicolo cieco, senza una via di uscita. A suscitare la nostra curiosità e i nostri interrogativi, è questa volta la F.3. Sotto la lente di ingrandimento è quanto accaduto a Macao, a metà novembre. L'appuntamento di fine stagione sul difficilissimo tracciato cittadino della città cinese è una vera finale mondiale della F.3 e anche se non gode di una tale denominazione da parte della FIA, tutti conoscono bene il valore di questa classica asiatica che da ormai 20 anni è un punto di riferimento decisivo per piloti e team.

Vi partecipano i migliori talenti della categoria, i protagonisti dell'europeo e dei vari campionati nazionali. Come detto sopra, una gara unica, mondiale. Ora, il punto è questo. Ascoltando team manager, addetti ai lavori, manager, piloti, tecnici, la F.3 europea è considerata un passaggio pressoché obbligato. Una opinione che può essere facilmente condivisa: il livello della serie è infatti elevatissimo per la qualità dei piloti, per la professionalità dei team, per la presenza di costruttori come Mercedes e Volkswagen che forniscono i motori. Ma a volte il dubbio che si tenda ad esagerare un tantino, che "se la raccontino" un po' troppo, è elevato.

La scuola F.3 (fondamentale per la crescita e la maturazione di un pilota) può essere frequentata anche attraverso i campionati nazionali, dove c'è sicuramente una maggiore possibilità di mettersi in luce. Quando infatti si guardano le classifiche della F.3 Euro Series e si nota che dal 2004 al 2008, per cinque stagioni consecutive sulle sei disputate nella storia della categoria, il titolo lo ha vinto sempre lo stesso team (ART), beh, viene da chiedersi: perché mai un pilota di buon livello dovrebbe partecipare a quel torneo spendendo cifre che si aggirano sui 700mila euro, se poi non riesce ad entrare nella squadra francese? Che, sia ben chiaro, vince non per grazia ricevuta, ma perché lavora bene, è la migliore e può permettersi di scegliere i piloti più veloci.

Il sospetto che la F.3 europea non sia dunque l'opzione assoluta, come "ce la raccontano", arriva da Macao. Su una pista che nessuno durante l'anno può provare, da due anni si impone un team che partecipa allo snobbatissimo campionato nazionale giapponese della F.3 e con piloti che disputano il medesimo torneo. In Europa, quando un ragazzo prende la via del Giappone, viene praticamente cancellato con questa giustificazione: "E' andato in Giappone perché qua non lo vuole nessuno". Uno scarto insomma. Bene.

Nel 2007 il team Tom's Toyota ha vinto con Oliver Jarvis, partito dalla pole, dato quest'ultimo fondamentale per Macao. L'inglese ha trovato posto nel ristrettissimo club Audi per correre nel DTM. Complimenti. Nel 2008 il team Tom's Toyota ha monopolizzato la prima fila con il poleman Carlo Van Dam (campione della F.3 Japan e nel 2007 della F.3 tedesca) e il giapponese Keisuke Kunimoto (vice campione della F.3 del suo Paese). L'olandese ha poi commesso un errore rovinando tutto, ma Kunimoto, al primo anno di F.3 (!), al debutto assoluto a Macao (!), ha vinto.

E non per fortuna. Ha superato Edoardo Mortara nella finale, inducendo poi l'italiano all'errore quando tentava di tenere il suo passo. E attenzione: Mortara è stato a dir poco eroico, l'unico tra coloro che fan parte della Euro Series a tener testa al tandem Tom's benché disponesse di un motore Volkswagen. Quei propulsori che sui circuiti europei spesso e volentieri hanno dimostrato di essere nettamente inferiori ai Mercedes, risalendo la china solo in condizioni meteo particolari o su tracciati atipici, come Pau.

Riassumendo: le ultime due edizioni del mundialito della F.3 lo hanno conquistato i partecipanti alla F.3 giapponese. Una bella batosta per l'elite europea. Che subito ha cercato le solite scuse riguardante la maggiore competitività del motore Toyota. Se Mercedes, con quello che spende e fa spendere ai team, non è capace di essere all'altezza, riveda il proprio progetto... Se gli europei si fanno battere da un pilota come Kunimoto al debutto a Macao (gli esperti dicono che da quelle parti si vince sempre il secondo anno di partecipazione), cosa significa?

Che a casa nostra ce la tiriamo un po' troppo? Che il campionato giapponese della F.3 è il vero punto di riferimento? Che in Europa nessuno ha capito niente se hanno lasciato andare il talentuoso Van Dam in Oriente, dove la Toyota ci ha messo trenta secondi a metterlo sotto contratto? Che Kunimoto deve salire subito in GP2, tanto quelli della F.3 Euro li ha già battuti tutti sulla pista più complicata? Che la Toyota fa bene a non spendere una montagna di euro per sviluppare il proprio motore per correre in un campionato organizzato da tedeschi per combattere contro Case tedesche?

A proposito di F.3 Euro targata Germania... la tanto attesa selezione dei team come sapete ha premiato, guarda un po', gli unici due team teutonici presenti nella lista: Motopark e Kolles. Immaginate cosa avrebbero detto in Europa se gli organizzatori fossero stati italiani e ad avere il privilegio di poter correre nella serie continentale fossero state due squadre tricolori. Come minimo, col sorriso stampato sui denti, tedeschi, inglesi, francesi eccetera avrebbero usato quella parolina che tirano sempre fuori, in maniera inopportuna: mafia.

Ohi ohi che mal di testa...

Massimo Costa