17 Mar [15:15]
Il caso Horner non è finito
La dipendente va all'attacco
Massimo Costa
Se pensavate che "il caso Horner" si fosse concluso a tarallucci e vino grazie all'indagine interna condotta da legali indipendenti che sono arrivati alla conclusione che non sussitevano prove concrete per allontanare dalla Red Bull il team principal inglese, vi sbagliavate. La dipendente, ex assistente di Horner, pure allontanata dalla Red Bull, va all'attacco. Ed ha denunciato al comitato etico della FIA quanto subìto. La notizia arriva dalla tv inglese BBC.
Si apprende che la FIA aveva ricevuto una prima segnalazione in merito, il 2 febbraio, attraverso un apposito numero verde istituito appositamente dalla Federazione proprio per le questioni etiche. Dunque, prima che il mondo venisse a sapere tale vicenda. La richiesta alla FIA era stata fatta per prevenire l'indagine interna Red Bull in quanto l'accusatrice temeva che il tutto venisse insabbiato.
Scagionato Horner, la dipendente avrebbe tentato di presentare reclamo, ma è stato respinto dalla Red Bull. A quel punto, è tornata all'attacco della FIA, che alla prima richiesta non aveva dato alcun seguito. Il 6 marzo, la ex assistente di Horner, ha inviato una ulteriore notifica dell'accaduto aggiungendovi la minaccia che se nulla fosse stato fatto, avrebbe informato la stampa mondiale.
La FIA tentenna, dice e non dice, pio ha fatto sapere che: "Richieste e reclami vengono ricevuti e gestiti dal Compliance Officer e, ove opportuno, dal Comitato Etico. Entrambi gli organismi operano in autonomia, garantendo la massima riservatezza durante tutto il processo. Di conseguenza, e in generale, non siamo in grado di confermare la ricezione di alcun reclamo specifico ed è improbabile che saremo in grado di fornire ulteriori commenti sui reclami che potremmo ricevere da qualsiasi parte".
Viene spontanea la domanda: ma a cosa serve allora il comitato etico?