7 Dic [14:41]
Il caso ricambi a Yas Marina
Antonio Caruccio
Tutto è bene quel che finisce bene. Le vetture di GP2 e GP3 sono state caricate sui container che le riporteranno in Europa, da dove erano partite dopo Monza in settembre, per le prime settimane di gennaio. Un viaggio lungo, anche per gli uomini delle squadre impegnati in tre settimane di lavoro in pista ininterrotto tra Bahrain, Abu Dhabi e test invernali. Tuttavia, proprio ad Abu Dhabi, si è assistito ad una strana situazione quando in alcune occasioni i team si sono ritrovati ad avere delle difficoltà a recuperare i pezzi di ricambio.
Le vetture GP3 sono infatti alla fine della loro vita, il prossimo febbraio arriverà la nuova Dallara, e quindi alcune componenti sono giunte ad esaurimento scorta. L’organizzazione ha imbarcato il materiale dopo Monza, con una provvigione che evidentemente, vuoi anche per qualche botto di troppo non preventivato, non è stata in grado di soddisfare le necessità di tutti.
Così alcuni team si sono arrangiati prestandosi materiale a vicenda, salvo addirittura doverlo “richiedere” indietro quando la componente è venuta ad usurarsi nel proprio box. Per un motivo analogo, Matevos Isaakyan al terzo giorno ha dovuto attendere che i compagni finissero la simulazione di gara per montare il rapporto mancante, e cercare di completare il lavoro programmato, senza tuttavia riuscirci.
Se per la GP3 ce lo si poteva forse aspettare, ha invece sorpreso un contingentamento dei freni nell’ultima parte del campionato GP2. Ad Abu Dhabi si è saputo che per le ultime gare erano state razionate le componenti in carbonio per i round di Sochi, Al Sakhir e Yas Marina. Pare che alcuni ordini non siano stati rispettati, perché con pagamento in loco a Monza una squadra francese di cui non è dato sapere il nome, si sia accaparrata ben ventisei pezzi, lasciando a secco gli altri.
Questo ha portato qualche problema anche nei test, perché seppur il limite di utilizzo fosse decaduto dopo la fine della gara, chi aveva fatto scorta in precedenza ha potuto approfittarne anche nei test. Inoltre, è stato strano notare come molte delle bandiere rosse che hanno interrotto i tre giorni di prove siano state dovute a cedimenti tecnici di componenti meccanici od elettronici portati a fine vita. Una problematica che tuttavia sembra che non si ripresenterà il prossimo anno, con i test che dovrebbero tornare a disputarsi in Europa.