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A Baku l'incredibile weekend di
Colapinto, a punti e veloce come Albon

L’argentino Franco Colapinto, alla sua seconda apparizione nel Mondiale F1 con la Williams dopo il debutto a Monza, è semplic...

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formula 1

Bearman efficace a Baku
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Ben Sulayem creerà uno specifico
dipartimento FIA per direttori di gara

"Non abbiamo direttori di gara, di conseguenza, abbiamo un problema. Non li puoi ordinare su Amazon o Google. Li devi cr...

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Nashville - Gara
Palou campione, Herta chiude il 2024

Alex Palou ha vinto il suo terzo titolo IndyCar negli ultimi quattro anni, e in cinque stagioni da quando è arrivato nella ca...

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Euro 4

Spielberg - Gara 3
Slater "saluta" tutti

Dopo tre giorni di maltempo, finalmente Spielberg ha regalato una gara con asfalto asciutto e sotto la luce del sole. Ancora ...

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8 Ott [15:49]

Il direttore di Silverstone attacca:
«Oggi la F.1 è un prodotto di m...a»

La Formula 1? «È diventata invendibile, un prodotto di m...». A sostenerlo non è un fan deluso, o uno sponsor indebitato, ma il direttore del circuito di Silverstone, Patrick Allen. Sotto accusa la noia infinita delle gare, compresa quella vinta nel circuito di casa dall'idolo britannico Lewis Hamilton, ridotte ad estenuanti (e spesso incomprensibili) partite a scacchi fra i tecnici, con i piloti traformati in meri autisti.

«I fan non vogliono vedere delle processioni», ha detto Allen all'Independent. «Come promoter posso promuovere solo ciò che mi viene dato, ma quando lo standard di qualità non è all'altezza la gente non lo comprerà. Mesi e mesi fa ho detto a Mr Ecclestone in persona che non posso vendere biglietti per un prodotto di m...a. Gli ho detto che la gente non viene in circuito per guardare un tizio che guarda uno schermo pieno di dati, ma vuole dei gladiatori che si battono. Nessuno vuol sentire dire ai piloti che devono sollevare il piede o mettersi da parte, o cose del tipo: “non prenderemo mai chi è in testa, consolida il secondo posto”».

Vendere i biglietti è una parte essenziale del piano di sopravvivenza dello sport, visto che anche attirando folle da record diventa sempre più difficile sostenere i costi dell'organizzazione di una tappa del mondiale. Anche Silverstone, come Hockenheim e Monza, è in crisi. Per pagare la tassa di iscrizione (16 milioni di sterline, oltre 21 milioni di euro) ha dovuto vendere alcuni terreni di sua proprietà, ma il rischio è che dopo il 2016 Ecclestone, come è successo in Germania e anche in Francia, non rinnovi il contratto.

«Sono sicuro che Ecclestone è il primo ad essere frustrato dalla situazione. Vendere qualsiasi cosa che non sia la massimo della qualità oggi è difficile, sfortunatamente il nostro prodotto non è al top. Io in passato organizzavo gare di moto: in MotoGp c'è un cambio in testa ogni due o tre giri, è uno spettacolo eccitante. In F.1, anche se è un inglese a vincere, già l'anno prossimo i fans si diranno: Hamilton li distruggerà tutti un'altra volta. La gente vuole delle gare vere». Il rimedio? «Tornare ai vecchi tempi, abolire i pit-stop, un pieno di benzina e via. Quando sei partito ti fermi solo con la bandiera a scacchi, e basta con le comunicazioni radio». Chissà se qualcuno, alla Fia o alla corte di Ecclestone, ha voglia di ascoltarlo davvero.
RS Racing