Massimo Costa - XPB ImagesUna gara mozzafiato come quella di Jeddah non poteva farsi mancare anche la volata per la terza posizione. Per un soffio, 102 millesimi, Esteban Ocon ha perso il terzo gradino del podio per il quale aveva a lungo combattuto con grande caparbietà, fregato dalla maggior potenza della power unit Mercedes sulla retta finale mentre sventolava la bandiera a scacchi. Un pugno sul volante, un urlo di rabbia. Ocon ha faticato a digerire la sua sconfitta personale. E tanta tristezza è piombata nel box della Alpine che stava per festeggiare il secondo terzo posto consecutivo dopo quello di Fernando Alonso a Losail e invece…
Senza dubbio, Ocon è il maestro nello sfruttare al meglio le situazioni strane che si vengono a creare quando escono le bandiere rosse. A Budapest, aveva giocato benissimo le sue carte, in concerto con la squadra, cogliendo una inattesa quanto storica vittoria. E nella stessa maniera, Ocon a Jeddah ha disegnato una gara perfetta quando gli ha detto bene dopo non essersi fermato ai box per il cambio gomme in occasione della iniziale safety-car a cui è seguita la rossa. Lo spilungone francese è rientrato in corsia box in quarta posizione senza colpo ferire, da settimo che era prima dell’incidente di Mick Schumacher. Poi, se l’è giocata da vero campione alla seconda partenza.
Dalla quarta piazzola, ha visto con la coda dell’occhio Valtteri Bottas, al suo fianco, arrivare a ruote inchiodate alla prima curva e davanti a sé Max Verstappen e Lewis Hamilton sono finiti in via di fuga. E lesto come una volpe, Ocon li ha infilati entrambi prendendosi la prima posizione in uscita dalla curva 2. Ma è durata poco, perché è subito stata esposta la seconda rossa per l’incidente di Sergio Perez (che ha chiuso Charles Leclerc finendo in testacoda dopo il contatto) e il tamponamento di Nikita Mazepin a George Russell, che aveva frenato per evitare a sua volta di urtare il compagno Nicholas Latifi.
Alla terza partenza, Ocon è scattato quindi dalla pole, ma dopo poche centinaia di metri è stato risucchiato dalle due belve Verstappen e Hamilton, col quale ha anche avuto un contatto, per fortuna innocuo per entrambi. Lasciati andare i due contendenti al titolo mondiale, Esteban si è concentrato sul come mantenere fino al traguardo il terzo posto, cosa fattibile considerando le gomme dure montate. Guidando alla perfezione, non ha mai permesso alla McLaren di Daniel Ricciardo di tentare l’attacco, tenendolo a 2 secondi e oltre. Ma le cose sono cambiate quando negli ultimi giri, Bottas liberatosi dell’australiano è piombato su di lui.
Ocon riusciva a respingere la certo più competitiva Mercedes nella parte veloce, sporcando l’aria al finlandese. Ma proprio in uscita dell’ultima curva dell’ultimo giro, Bottas si è inventato qualcosa per mantenersi vicinissimo alla Alpine e sulla retta finale, di slancio e col DRS aperto lo ha battuto togliendo a Esteban il terzo gradino del podio. Che peccato. Ma questo non toglie la bella prova messa sul piatto senza dimenticare che in qualifica era riuscito a centrare la Q3 e la nona posizione in griglia di partenza. Un weekend veramente eccellente quello di Ocon, che con i 12 punti conquistati, pur rimanendo 11esimo in campionato, balza a sole 5 lunghezze dal compagno Fernando Alonso, 72 a 77.
E lo spagnolo? Malino in qualifica, solo 13esimo, il due volte campione del mondo non è stato fortunato al primo pit-stop per via della bandiera rossa. Era risalito decimo e si è ritrovato suo malgrado 15esimo. Dopo è stato tutto complicato e in più è anche finito in testacoda, fortunato a evitare l’impatto contro le barriere. Al traguardo ha concluso 13esimo, tanto lontano da Ocon e soprattutto dalla magica gara disputata a Losail che lo aveva portato sul podio. Avrà tempo di rifarsi a Yas Marina.
Per l’Alpine invece, l’avvio del finale di stagione in terra araba sta portando molto bene: 25 punti in Qatar, 12 a Jeddah, sono serviti per compiere lo scatto e l’allungo decisivo nei confronti dell’Alpha Tauri per la conquista ormai certa della quinta posizione nella classifica costruttori. Nel primo anno in cui è stato deciso di mettere a riposo il marchio Renault per lanciare nel mondo quello Alpine, un risultato decisamente positivo per il presidente Luca De Meo che tanto crede nella F1 e tanto ha spinto per questo cambio di nome.
La quinta piazza è stata quindi confermata essendo già stata conquistata nel 2020 (con 189 punti su 21 gare) e 2019 (91 punti su 21 corse), ma nel 2018 si era fatto meglio con la quarta posizione e 122 punti in 21 Gran Premi. Oggi dopo 21 gare la Alpine ha segnato 149 punti e una vittoria, bottino che può soddisfare i vertici del gruppo automobilistico francese. Il telaio della A521 è parso soddisfacente, rimane sempre da migliorare la power unit, storico punto debole della Renault. Se si compiranno progressi in questo settore e si farà un ulteriore passo in avanti dal punto di vista telaistico, si può anche sognare in grande. E con due piloti come Alonso, completamente rigenerato nonostante l’età, e Ocon, tutto può sembrare ampiamente possibile.