Jacopo Rubino - XPB ImagesLa FIA ha concluso l'indagine sullo spaventoso incidente di Romain Grosjean al Gran Premio del Bahrain, avvenuto tre mesi fa: lo studio è avvenuto con il supporto di prove fisiche, materiale video, telemetrie e sensori. Resta ancora ben impressa l'immagine della Haas in fiamme, scena che in Formula 1 non si vedeva da moltissimi anni. Secondo le risultanze della Federazione, la causa scatenante è stata la fuoriuscita del carburante dopo il distacco del bocchettone sul lato sinistro e lo strappo del connettore dal serbatoio, per giunta pieno visto che la gara era appena partita.
Nel report della FIA il pacco batterie non è citato in modo esplicito fra gli elementi che hanno alimentato le fiamme, ma viene definito seriamente danneggiato: una parte del sistema di recupero dell'energia è rimasta agganciata alla power unit, un'altra alla cellula di sicurezza dell'abitacolo. La VF-20 di Grosjean, picchiando contro il guardrail di curva 3 a 192 chilometri orari e con una forza totale di 67G, si era infatti spezzata in due.
"Incidenti con fuoco di questa entità per fortuna sono rari, quindi è importante capire cosa si possa fare, compresa l'interazione con un sistema ad alto voltaggio", ha affermato Adam Baker, resposabile FIA per la sicurezza.
Sulla base di quanto riscontrato, la Federazione ha diramato una lista di venti aree di intervento dove serve fare ulteriori progressi, fra progettazione delle auto, circuiti, equipaggiamenti e procedure di soccorso. Il lavoro è già iniziato. A livello passivo, invece, si ritiene che tutto abbia funzionato come previsto nel proteggere Grosjean: si parla quindi di casco, collare HANS, cinture, cellula abitacolo e ovviamente l'Halo, che ormai ha convinto pure i più scettici sulla sua utilità. Senza ovviamente dimenticare la rapidità dell'assistenza, con la medical car guidata da Alan van der Merwe giunta in appena 11 secondi sul luogo dell'incidente: 16 secondi più tardi, il pilota francese era già in salvo.
Nel frattempo, per la macchina 2021, la Haas ha già apportato alcune modifiche precauzionali, tra cui allo stesso bocchettone della benzina e al disegno del poggiatesta. "Il bocchettone non può più essere unito al telaio e stiamo rendendo il poggiatesta più piccolo, suddiviso in parti. Non potrà rimanere bloccato se dovesse staccarsi. Da queste situazioni si impara sempre", ha spiegato il team principal Gunther Steiner, sottolineando: "Non c'era nulla di sbagliato nella nostra macchina, tutto era conforme alle regole".