31 Mar 2005 [15:38]
Intervista a ENRICO TOCCACELO
«Io e gli uomini del team abbiamo
un unico obiettivo: Victory!»
E' un tipo abituato a lottare Enrico Toccacelo. Per l'ennesima volta la chance F.1 gli è sfuggita e quindi, con la pazienza e l'umiltà che lo contraddistinguono, il 26enne romano si è nuovamente rimboccato le maniche per ricominciare a lavorare duro alla ricerca di uno sbocco nella massima formula. Questa volta però, Enrico ha deciso di cambiare sentiero. Dopo quattro anni di F.3000 internazionale ad alto livello e il secondo posto ottenuto nel 2004 alle spalle di Liuzzi, Toccacelo si è gettato a capofitto nella World Series Renault. Un nuovo ambiente, una squadra giovane (Victory), dinamica, vogliosa di arrivare in fretta ai vertici che riflette la grinta e l'entusiasmo del suo proprietario, Gabriele De Bono, il quale non ha guardato al budget per accogliere un cavallo di razza come Enrico.
- Enrico, tra poche ore sarai in pista con la nuova Dallara-Renault della World Series nei test collettivi di Le Mans. Pronto per la nuova avventura?
«Come no! Ho proprio voglia di guidarla questa macchina. La trovo molto bella e sento sulla pelle la carica dei ragazzi del team Victory».
- Come è nata l'idea di unirsi alla squadra di De Bono?
«Un paio di mesi fa ho ricevuto una proposta da De Bono, per correre nella World Series Renault, che ho ritenuto molto interessante. Nel frattempo stavo guardando alla GP2 e svanita la possibilità Racing Engineering ero in contatto con la Super Nova. Ma era una possibilità molto remota, non accessibile per via del budget. Ho valutato bene la chance che mi veniva prospettata dalla Victory e dopo avere seguito i test della vettura laboratorio a Vallelunga, non ho avuto dubbi. Cochet, il tester della monoposto italo-francese, me ne ha parlato benissimo e del resto i tempi ottenuti sulla pista romana sono stati incredibili, tre secondi inferiori a quelli del tremila. Questo mi ha entusiasmato ed alla fine ho accettato di entrare a far parte della Victory. In precedenza avevo anche visto i test della Dallara-Renault della GP2 a Barcellona, con Montagny, ed ero rimasto perplesso anche se poi recentemente la macchina ha fatto progressi».
- In quanto a potenza del motore la GP2 si colloca subito dietro alla F.1 e davanti alla World Series Renault. Ritieni di avere fatto un piccolo passo indietro?
«Nè un passo indietro nè un passo avanti. No, non vedo la World Series Renault inferiore alla GP2. Anzi, ritengo che su certe piste la nostra monoposto possa essere più rapida di quella della GP2. Ma non è questo il punto. L'importante è far parte di un campionato serio, di alta qualità, competitivo. E la World Series Renault, con trenta macchine al via, squadre al top e piloti di assoluto valore, non ha nulla di meno della GP2. Certo, so bene che questa categoria, rispetto alla precedente F.3000 dalla quale ha raccolto l'eredità, vivrà un anno di boom perché sarà lanciata non senza dispendio di mezzi, ma ripeto, la World Series non la vedo inferiore. E poi almeno si sa che al vincitore spetta un test con la Renault di F.1. Dalla GP2 non ho avuto notizie in merito».
- Ecco, la F.1. Una lunga caccia che ti fa soffrire.
«Finché non la provo non mi sento a posto! Ci sono andato più volte vicino, ma non si è mai concretizzato nulla. Lo scorso inverno ho incontrato un paio di volte David Richards quando era alla Bar, stava nascendo qualcosa di interessante, ma poi tutto è svanito con l'allontanamento del team manager inglese dalla squadra. So bene di non avere ancora tanto tempo per poter accedere alla F.1, quest'anno compirò 27 anni».
- Beh, in F.1 la mania del pilota in fasce sembra essere tramontata con gli arrivi dei 28enni Karthikeyan e Monteiro e di piloti esperti come Albers o Friesacher...
«Sì, spero almeno in un test. Il mio obiettivo è uno solo quest'anno: vincere il campionato. Sono convinto che posso lottare per la vittoria finale, gli uomini del team sono motivati e io lo sono ancora di più. Voglio vincere».
Massimo Costa
Intervista raccolta il 31 marzo 2005
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