Alessandro Bucci
Proseguono senza sosta i lavori per il Gran Premio del Vietnam (3-5 aprile 2020), il primo nella storia della Formula 1 che, ricordiamo, quest’anno festeggerà 70 anni di gloriosa storia. Ad Hanoi, capitale del Vietnam e sede del tracciato cittadino, la costruzione del pit building è giunta a conclusione, annoverando un complesso di 300 metri. La pit-lane vietnamita è volutamente corta stando a quanto riportato dal suo creatore, il progettista del circuito Hermann Tilke, al fine di incrementare i pit-stop durante la gara favorendo uno show ricco di azione. Il circuito di Hanoi, lungo 5,6 km presenta ben 23 curve, con nove tribune che prenderanno il nome dalle regioni del Vietnam. Il design del pit building, struttura costituita da tre piani è stato fortemente influenzato dagli edifici storici della città, allo scopo di riflettere la forte eredità culturale vietnamita.
Forse non tutti sanno che la forlivese DZ Engineering, nota nel mondo per illuminare il GP di Singapore F1 (occupandosi principalmente della parte specialistica legata alle telecomunicazioni, integrata nel sistema delle infrastrutture del lighting), nel 2019 s’è aggiudicata, attraverso la sua controllata DZE Asia Pte Ltd, il medesimo pacchetto di Singapore (eccezion fatta per l’impianto di illuminazione del tracciato) per il GP del Vietnam. Il weekend vietnamita, difatti, non si svolgerà in orari serali a differenza di quanto avviene per il GP nella Città del Leone. Il general manager di DZ Engineering, Roberto Grilli, ci aggiorna in merito agli importanti sviluppi in quel di Hanoi, quando alla gara mancano poco più di due mesi.
Roberto confermi che il tracciato vietnamita è stato completato?
“Sì, il layout della pista di Hanoi è ultimato. Marco Scaioli, responsabile del progetto e director di DZE Asia Pte Ltd (sussidiaria della DZ Engineering) ci ha riferito notizie confortanti sul completamento dei lavori in Vietnam”.
E’ stata aggiunta una curva al circuito, portando il numero di esse a 23. In questo modo, il tracciato di Hanoi, eguaglia per numero di tornate la pista di Singapore, terreno a voi molto familiare…
“Per motivi morfologici territoriali, il tracciato ha subìto una modifica importante nel terzo settore e, come giustamente dici, è stata inserita una nuova curva. In generale, l’area interessata è stata in buona parte modificata”.
I cambiamenti apportati hanno costretto DZ Engineering a lavoro extra?
“Non di eccessiva entità. L’attività di progettazione è stata realizzata da DZ Engineering a Forlì. I materiali partiti dall’Italia sono già arrivati a destinazione con le ultime apparecchiature acquistate in Asia. Nonostante tutto, siamo in linea con il crono programma generale, ma i prossimi due mesi saranno molto impegnativi per i ragazzi in campo”.
E’ vero che in Vietnam, sino allo scorso anno, non era ancora in vigore una vera Automobile Association?
“Confermo, è stata introdotta a fine 2018, in occasione dell’organizzazione del GP del Vietnam. Questo a riprova delle alte aspettative che vertono sull’evento. Nel paese vietnamita il turismo è in forte espansione e questo fattore giocherà un ruolo decisivo sul medio lungo periodo per le sorti non solo della Nazione, ma anche del GP. Credo occorreranno anni per fidelizzare il pubblico, come accaduto a Singapore. Tutt’ora ci sono già segnali incoraggianti per il futuro del motorsport in Vietnam, penso ad esempio alla Thailand Superseries che farà tappa ad Hanoi in occasione del week-end di Formula 1”.
Il tracciato di Hanoi è cittadino o è semi cittadino? C’è un dibattito tra addetti ai lavori in merito…
“Fondamentalmente, è un tracciato molto simile a quello di Singapore. Se vogliamo definirlo semi cittadino, dal momento che non è situato nella downtown, sarebbe comunque corretto. Credo che lo stadio My Dinh, sito nelle vicinanze del circuito, potrà fungere da elemento catalizzatore per l’entertainment legato al GP del Vietnam in futuro”.
Nel paddock sono presenti elementi caratteristici legati alla tradizione vietnamita. Solamente marketing o qualcosa di più?
“Il circuito e i suoi edifici sono stati progettati da Hermann Tilke, professionista che ha sempre valorizzato la tradizione culturale dei Paesi che ospitano i suoi tracciati. Sicuramente c’è anche una componente prettamente legata al marketing, ma l’espressione della tradizione culturale è sentita e genuina. Il corpo box è ispirato alla Cittadella Imperiale di Thang Long e al Tempio della Letteratura di Hanoi”.
Parliamoci chiaro, ma ai vietnamiti può interessare avere in casa il GP di Formula 1?
“Spero che tutto non finisca nel dimenticatoio nel giro di breve tempo come accaduto per i GP di Sud Corea e India, ma sono ottimista che non sarà così per un motivo principalmente: il Vietnam è una nazione che sgomita per emergere in questo momento storico. Per sostenere una cultura legata al motorsport devi prima di tutto crearla e ho visto segnali incoraggianti in tal senso. Ad esempio, ad Hanoi si sta già pensando ad alcuni eventi locali che possano aiutare a promuovere e spingere la gara di Formula 1”.
Cosa ne pensi dell’operato di Vin Group?
“Vin Group ha investito molto e lavora costantemente per mantenere il budget prefissato in origine. Al contempo la promozione dell’evento procede a tutto motore e si sta pensando come generare un mood adatto per l’evento. Non lontano dal circuito, ad esempio, si sta progettando un kartodromo permanente che, se sfruttato con intelligenza, penso potrà aiutare ad innalzare l’interesse per il GP F1. A Singapore troviamo tre kartodromi, uno dei quali full electric. In quelli tradizionali vengono disputate gare internazionali, tanto che Singapore è diventato un punto di riferimento a livello planetario. Penso, ad esempio, alla Rok Cup. Il polo iniziale si è poi spostato all’interno della Città Stato, con la riqualifica del kartodromo più longevo”.
Che novità ci sono in casa DZ Engineering?
“Vincendo la gara internazionale indetta nel 2019, abbiamo acquisito la nuova centrale operativa dell’autodromo di Monza. I lavori inizieranno nel primo trimestre e saremo già operativi per il GP d’Italia 2020”.