Mattia TremoladaDa ultimo (27esimo) a settimo nel Gran Premio di Macao. Mari Boya ha chiuso la stagione 2024 con una vera e propria impresa sulle strade del circuito cittadino più difficile al mondo. E se dopo il quarto posto del 2023, quando si è corso con le Dallara del FIA F3, le aspettative del pilota di Les erano ben altre, questa prestazione, arrivata nella prima FIA FR World Cup con le Tatuus T318, non è passata inosservata tra gli addetti ai lavori. Ma per approfondire quanto successo, ci siamo rivolti direttamente a Boya, con cui abbiamo ripercorso il fine settimana di Macao.
“Quella di Guia è una pista alla quale già l'anno scorso mi sono adattato abbastanza rapidamente e sono stato molto contento di avere avuto l'opportunità di tornare nel 2024, seppur con una macchina diversa - ha esordito il 20enne spagnolo - Ho quindi dovuto riprendere confidenza con la pista, perché soprattutto i settori 2 e 3, che sono quelli più guidati, sono piuttosto difficili. La macchina, infatti, si muove molto dal momento che corriamo con un'aerodinamica molto bassa per essere veloci sui lunghi rettilinei”.
Il fine settimana è iniziato in condizioni di asfalto bagnato. Questo ha reso il lavoro più complicato?“Siamo arrivati in qualifica senza aver potuto provare il set up sull'asciutto e il team era al proprio esordio a Macao. Ma nonostante tutto fin dai primi metri in condizioni di asfalto asciutto mi sono sentito benissimo. Il risultato della qualifica (quinto) non ha reso giustizia al nostro potenziale ed è stato minato dalle numerose bandiere rosse. Dalla terza fila per la gara di qualifica ero molto ottimista, perché sapevo di avere un ottimo ritmo. Al via del giro di formazione, però, l'auto ha avuto un problema con la frizione e ho stallato sulla griglia. Sono anche stato squalificato dalla gara perché il mio meccanico è entrato in pista per attaccare la batteria esterna e farmi ripartire”.
Così sei stato costretto a scattare ultimo nella corsa principale.“Ho sicuramente avuto un po' di fortuna nel primo giro, perché evitare tutti gli incidenti successi davanti a me non è stato facile. Il ritmo poi era davvero buono, sono stato l’unico a superare facilmente le altre auto. A volte la gente ricorda più chi fa una gara come questa con una gran rimonta piuttosto che chi chiude secondo o terzo con una corsa anonima, quindi sono orgoglioso di come sia andata”.
Guardando al futuro, il prossimo anno correrai con Campos nel FIA Formula 3. Pensi di avere qualche conto in sospeso dopo la stagione 2024?“Sarà interessante vedere quali saranno i valori in campo all’inizio della stagione, soprattutto perché gareggeremo con una macchina nuova di cui non sappiamo ancora nulla ad oggi. Sicuramente saranno fondamentali i primi tre giorni di test che avremo a disposizione con la vettura prima della tappa inaugurale. Mi sento molto fiducioso, ad essere sincero, come lo ero anche quest'anno, ma le cose non sono andate come previsto. Purtroppo nella parte centrale della stagione abbiamo perso velocità, soprattutto in qualifica, mentre in gara, siamo riusciti ad essere sempre forti”.
Come ti senti a correre con una squadra spagnola dopo tante stagioni con squadre straniere?“Mi sono trovato bene in tutte le squadre per cui ho corso, ma è vero che con Campos ho trovato una seconda famiglia. In questa stagione le aspettative erano davvero alte e ho sentito veramente il sostegno della squadra, perché vedevano che il potenziale era ottimo. Purtroppo nel corso del campionato abbiamo dovuto affrontare molti momenti difficili, ma è in questo tipo di situazioni che si vede davvero come le persone lavorano. E dopo una prima stagione con Campos penso di avere tutto ciò che mi serve per lottare per il titolo nel 2025”.
Come mai e quando hai scelto di rimanere in Formula 3 per un altro anno anziché fare il salto in Formula 2 nel 2025? “Ad essere onesto, credo che il passaggio in F2 fosse un chiaro obiettivo per me in ottica 2025 all'inizio della scorsa stagione, specialmente alla luce dei risultati ottenuti nei test e nella prima metà di campionato, dove nonostante un po' di sfortuna, il ritmo era sempre ottimo. Purtroppo dopo la vittoria di Barcellona, quindi verso giugno, abbiamo iniziato a faticare e l’idea di passare in Formula 2 ha iniziato ad essere sempre meno chiara. A quel punto Campos ha fatto la propria mossa, proponendomi di rimanere un altro anno in F3 per puntare al campionato, una bella dimostrazione di fiducia”.
Tra il 2021 e il 2024 hai maturato molta esperienza in Formula Regional, gareggiando nella Regional by Alpine, Middle East, nella FIA FR World Cup a Macao, ma anche nella Eurocup-3, che utilizza lo stesso telaio Tatuus T318 ma un’aerodinamica differente. Puoi dirci qual è la vettura più formativa per prepararsi al salto nel FIA F3? “Senza dubbio l'auto più vicina al FIA F3 e al modo in cui si guida la Dallara F3 è l'Eurocup-3. Ovviamente manca di potenza rispetto alla categoria superiore, ma l’aerodinamica, il modo in cui rispondono i freni, la tecnica di guida e altri aspetti sono molto simili. Quello che però mette veramente a dura prova i piloti in F3 è il format del fine settimana, che è completamente diverso dalle categorie inferiori, dove si è abituati a percorrere molti più chilometri prima di scendere in pista per la qualifica. Inoltre in F3 i pneumatici sono davvero molto sensibili e difficili da sfruttare”.
Lavori con Facu Regalia ormai da molti anni. Quanto è stato ed è importante il suo ruolo nella tua carriera?“Ho incontrato Facu in Formula Regional, la prossima sarà la mia quinta stagione con lui e penso che abbiamo ormai costruito un bellissimo legame di fiducia e collaborazione. Lui mi ha visto crescere sportivamente e sa bene come reagisco nelle varie situazioni che devo affrontare. Nel corso degli anni è anche cambiato il nostro modo di lavorare perchè ovviamente ora sono molto più esperto come pilota rispetto al 2021, quindi sono più consapevole dei miei punti di forza ma anche dei miei errori. Il ruolo di Facu è quindi cambiato ma è rimasto cruciale, perchè avere una persona che ti supporti e che ti dia fiducia in un ambiente così competitivo e stressante, lontano da casa e dagli affetti, è davvero importante”.
Per concludere, oggi sei ormai un volto familiare nel paddock delle formule minori, ma vorrei fare qualche passo indietro e andare a scoprire le origini della tua carriera e cosa ti ha spinto e motivato a cimentarti nel motorsport. “Nella mia famiglia nessuno ha mai gareggiato, anche se abbiamo sempre amato le auto e le moto, specialmente quelle da trial durante le vacanze in montagna. Mia mamma amava molto guardare le gare di Formula 1 e fin da piccolo ricordo che anch’io le seguivo, tifando soprattutto per Fernando Alonso che ha avuto un impatto davvero importante in Spagna. Così durante una sessione con i kart a noleggio a Valencia abbiamo conosciuto una persona che poi mi ha introdotto nel karting di alto livello. È stato tutto un po' inaspettato, ma da quel momento è iniziata la mia carriera nel motorsport”.