30 Mar [13:47]
L'intervista - Alex Fontana
"Vi racconto la KIA... e la Cina"
A pochi giorni dai test collettivi del Blancpain GT Series disputatisi sul circuito di Le Castellet, dove Alex Fontana aveva ottenuto il miglior tempo assoluto con la Mercedes AMG GT3 di casa AKKA, il luganese ha già completato anche la prima parte di lavoro con KIA. Alex ha infatti disputato ben cinque giornate di sviluppo per il costruttore coreano presso il Guangdong International Circuit, nei pressi di Zhaoqing, svezzando la nuova KIA K3.
Anzitutto bentornato. Com’è andato il viaggio?
“Forse è stata la cosa più difficile. C’è una mezza giornata di volo per arrivare in Cina e un’altra per tornare. Il mio ritorno è invece durato un giorno intero. In scalo a Dubai siamo rimasti per oltre tre ore fermi in aereo per le avverse condizioni meteo, mai avrei pensato che un temporale potesse abbattersi sugli Emirati e invece è successo”.
Almeno adesso un po’ di riposo a casa?
“No. Sto già rifacendo le valigie perché sono in partenza per Misano, dove seguirò in veste di coach driver un altro ticinese, Giacomo Bianchi, per la prima gara della stagione nella F4 Italia”.
Allora forse è meglio parlare di come sono andate le cose in Cina...
“I test sono andati bene, avevamo pianificato quattro giornate di collaudi, a cui ne abbiamo aggiunta poi un’altra in corso d’opera. Ho svolto un lavoro comparativo con la primitiva versione della KIA K3 che guidai già lo scorso anno, e insieme ai miei compagni di squadra abbiamo provato cose differenti”.
Che riscontri avete ottenuto?
“Abbiamo girato quasi esclusivamente solo noi della famiglia KIA sotto gli occhi del Team Manager John Ling che ha supervisionato le operazioni. Dopo le prime due giornate in cui abbiamo lavorato con lo staff cinese, ci hanno raggiunto gli ingegneri di Hexathron Racing Systems, con cui abbiamo concluso i test”.
Chi c’era oltre a te?
“I miei compagni di squadra per il campionato, ragazzi molto simpatici con cui si è creato un buonissimo rapporto: Martin Xie, Jason Zhang, Leo Ye e Jim Ka To”.
Com’è lavorare coi cinesi, culturalmente molto distanti da noi europei?
“Sicuramente all’inizio è stato faticoso entrare in un’ottica di lavoro diverso, ma adesso le cose vanno benone. I ragazzi sono molto simpatici e riusciamo a trovare il giusto spazio anche per divertirci oltre chiaramente a portare avanti il lavoro per cui KIA ha investito su di noi. Ovviamente avere un’azienda italiana come Hexathron con cui lavorare per lo sviluppo e abbattere la barriera linguistica sicuramente aiuta”.
Come hai affrontato invece la quotidianità della vita in Cina?
“In oriente è tutto un po’ diverso. Anzitutto i ritmi, la giornata inizia e finisce molto prima. Ti svegli e fai colazione all’alba, a mezzogiorno hai già pranzato e alle 18 hai già cenato. Basta prenderci l’abitudine e poi tutto diventa normalità. La città invece, è molto diversa dall’idea che ci siamo costruiti della Cina degli anni ’80, i grandi centri hanno raggiunto livelli di sviluppo esagerati, ma ovviamente l’interno del Paese è ancora molto rurale, un po’ come avviene nei nostri paesini di montagna, che continuano a racchiudere i caratteri della nostra cultura”.