26 Giu [1:03]
Lo scandalo caos code al Paul Ricard
E la Gendarmerie fermava i piloti...
Da Le Castellet - Massimo Costa
Sono accadute cose inimmaginabili al Paul Ricard di Le Castellet per il ritorno della F1 in Francia. La grandeur transalpina è miseramente crollata nella banale organizzazione della viabilità stradale di un Gran Premio di F1. Ci si chiedeva come si sarebbero adoperati Provincia e circuito per superare l'inconveniente delle sole tre strade che portano al Paul Ricard. Le autorità locali, recita L'Equipe (quotidiano sportivo francese) avevano assicurato che il piano messo in atto non avrebbe creato alcun problema. Ebbene, alla luce dei fatti, non è stato così: forse pensavano di organizzare una corsa del Blancpain o della European Le Mans Series che richiama poche migliaia di spettatori?
Davanti allo tsunami di appassionati provenienti da tutta la Francia, felici di rivedere la F1 nel loro Paese, un manipolo di dilettanti non ha saputo come reagire al caos traffico. Già il giovedì, il disastro era palpabile, preludio di quanto sarebbe accaduto venerdì, sabato e domenica. Persone che conosciamo, che lavorano nel motorsport, venerdì per compiere 20 km hanno impiegato sei ore. Sono saltati incontri di lavoro, persone invitate dagli sponsor sono tornate indietro. Pochi addetti ai lavori erano a conoscenza di un paio di strade percorribili soltanto da chi aveva i pass auto, a testimoniare la totale noncuranza degli organizzatori.
Ma il grave problema ha interessato i tifosi che avevano pagato un biglietto, che con passione volevano vivere una giornata in autodromo, che si erano fatti un lungo viaggio. Ma la giornata di sport l'hanno trascorsa in auto, sotto il sole cocente, pieni di rabbia e indignazione. Con bambini e persone anziane in grave difficoltà e costrette a rinunciare, a tornarsene a casa o in hotel, come ha scritto il sito francese www.toutf1.com.
Uno shock. Basti pensare che sabato e domenica, già alle 7 a oltre 20 chilometri dal Paul Ricard, sia dalla parte di Marsiglia sia da quella di Toulon, cominciavano le file. E nessuno è parso preoccuparsene, tanto meno i gendarmi, alcuni maleducati e arroganti con tutti, anche con Sebastian Vettel e Romain Grosjean che non sono stati fatti passare dalla corsia preferenziale a ridosso del circuito. Racconta il pilota della Haas: "Ero con Vettel e andavamo di fretta ovviamente, c'era tanta fila, ma siamo stati fermati dai gendarmi. Non ci facevano passare. Abbiamo detto loro che siamo piloti di F1 e che senza di noi magari lo spettacolo non si fa, ma la risposta è stata: 'Non ci interessa'. È stato sorprendente anche perché avevamo tutti i pass possibili immaginabili...".
Chi scrive, nonostante il pass ben visibile Media F1 sul parabrezza dell'auto, e che dava l'accesso alla strada riservata agli addetti ai lavori, si è trovato la via sbarrata da un intransigente gendarme che non ne voleva sapere di farci passare. Forse perché aveva visto la targa italiana e voleva divertirsi un po'. Gentilmente gli è stato detto almeno quattro volte che avevamo (non ero solo) il diritto di passare per quel percorso alternativo, alla fine con arroganza tutta francese ci ha detto: "Alè alè tanto tra 5 minuti vi fermeranno gli altri gendarmi e tornerete qui a fare la fila". Peccato per lui che gli addetti al servizio, al posto di blocco posto dopo qualche chilometro, ci hanno ovviamente fatto passare.
Insomma, il clima era questo. Gli addetti ai lavori e gli appassionati erano mal sopportati. La gentilezza spesso un optional. Cose mai viste sulle piste europee della F1. Una disorganizzazione totale, da Paese di terzo mondo. E che non dovrà passare liscia. Tanto che si parla di annullare i prossimi GP di Francia a Le Castellet. I tifosi imbufaliti hanno creato una pagina Facebook apposita, altri vogliono essere rimborsati del biglietto. Il sito www.Toutf1.com ha incontrato alcuni tifosi che hanno raccontato: "Eravamo felici di recarci al Paul Ricard perché non è molto lontano da dove viviamo. Andiamo normalmente a Spa e Monza per la F1 e non abbiamo mai incontrato difficoltà. Ma proprio nel circuito di casa abbiamo impiegato sei ore per arrivare e tre ore per uscire dal parcheggio e andare al campeggio di fronte".
Altri tifosi: "Avevamo acquistato il biglietto per tre giorni, di 300 euro, compreso il parcheggio, poi abbiamo visto che questo lo hanno fatto diventare gratuito. Ora vogliamo essere rimborsati". Altri raccontano delle pessime condizioni del terreno nelle zone camping: "Se non avevi un SUV era complicato addentrarsi là dentro per via delle radici degli alberi. Immagina se si scatenava un incendio, come venivamo evacuati?" Un altro fans: "Abbiamo aspettato in fila per una ora e mezza, poi siamo tornati indietro. C'è stata un'organizzazione pessima. Abbiamo pagato 500 euro per il biglietto valido tre giorni e ne abbiamo perso uno".
Una cosa è certa: nel 2019 molti tifosi se ne rimarranno a casa. E molti addetti ai lavori farebbero volentieri a meno di tornare al Paul Ricard. A Liberty Media, professionisti dello spettacolo, quanto accaduto non sarà per nulla piaciuto. Perché il compito primario di chi organizza un evento sportivo o musicale, è quello di far star comodo chi ha comprato il biglietto, di agevolarlo, di metterlo nelle migliori condizioni per gustarsi l'evento. Al Paul Ricard è accaduto esattamente il contrario. Chi arrivava in autodromo era già completamente distrutto da ore di fila in auto, da camminate impensabili per raggiungere l'ingresso dai parcheggi lontanissimi.
Nella foto, le vetture ferme all'uscita dell'autostrada di La Cadiere, a una ventina di km dal Paul Ricard.