12 Mar [12:02]
McLaren travolta dalla crisi Honda
Quali conseguenze per il loro futuro?
Massimo Costa - Photo 4
425 giri, 1978 chilometri. Questo il dato che mette in luce la profonda crisi in cui si dibatte la McLaren-Honda. In otto giorni di test sul circuito di Montmelò, il team che fu di Ron Dennis ha totalizzato 3.123 km in meno della Mercedes. Un dato che fa rabbrividire i componenti del team di Woking, Zak Brown ed Eric Boullier, e fa angosciare i rappresentanti della Honda che al terzo anno di F.1 sembra che siano appena sbarcati nel Mondiale.
Non solo problemi di ogni natura hanno costretto Fernando Alonso e Stoffel Vandoorne a girare pochissimo, ma quando vi riuscivano la velocità massima in rettifilo era drammaticamente più lenta rispetto a quella raggiunta dagli avversari, almeno 30 km/h di differenza. Parafrasando quanto disse Alonso nel Gran Premio di Suzuka 2015, la power unit giapponese continua a offrire prestazioni da monoposto di GP2, o meglio, di F2 considerando il cambio di nome della categoria.
Proprio Alonso non ha mancato di alzare la voce mostrando tutta la sua frustrazione sulla situazione che McLaren e Honda stanno vivendo. Impossibile anche dare un giudizio completo sulla bontà del telaio in quanto non si raggiungono le velocità volute. Gary Anderson, ex direttore tecnico F.1 per tantissimi anni, ora ficcante critico per Autosport, non ha mancato di evidenziare anche le pecche della MCL32 progettata da Timo Goss ritenendo che lo chassis non sia adeguato alle aspettative. Feroce la risposta di Boullier che ha risposto per le rime all'ingegnere inglese mostrando che i nervi sono a fior di pelle. E dopo gli ultimi telai non certo entusiasmanti prodotti a Woking, forse Anderson ha messo il dito nella piaga ulteriormente...
Dunque come uscirne? Impossibile saperlo. Probabilmente neanche a Woking sanno come rimediare a questa situazione senza precedenti. Nessuno poteva immaginare che un costruttore come la Honda si infilasse in un tunnel senza uscita nella realizzazione delle power unit, che poi era il motivo per cui il costruttore giapponese aveva deciso di rientrare in F.1. Ma dal 2015 i tecnici Honda si stanno scontrando contro qualcosa di più grande di loro con un danno di immagine pazzesco. Sono cambiati i vertici del settore F.1, ma i risultati rimangono deludenti. E di certo non è un buon modo per cercare di attirare quegli sponsor che da tempo hanno abbandonato la squadra inglese. Inutile nascondere che questa situazione potrebbe avere conseguenze pesanti sul futuro in F.1 sia della McLaren sia della Honda.