Jacopo RubinoLa conquista del titolo lo scorso anno, avere il numero 1 sul musetto, forse gli hanno regalato una nuova consapevolezza. Sta di fatto che il Max Verstappen in versione 2022 è il migliore mai visto in Formula 1: lanciato nella fossa dei leoni a 17 anni, da vero e proprio diamante grezzo, si è evoluto in un pilota quasi perfetto. La velocità pura e la cattiveria nei duelli non gli sono mai mancate, questo è certo, ma adesso l'alfiere Red Bull ci aggiunge maturità, concretezza, capacità di gestire quando serve e di evitare rischi inutili, per portare a casa sempre il massimo possibile. Chi l'avrebbe detto qualche anno fa, tra ruotate e mosse al limite del regolamento?
La stagione dell'olandese ha preso una piega che può portare alla conferma sul trono: adesso sono 63 i punti di vantaggio sul diretto avversario Charles Leclerc, che con l'errore in Francia ha sofferto un'altra battuta a vuoto. Il monegasco sa bene che, contro un Verstappen così, steccare non è mai consentito. Del resto il campione in carica ha compiuto quest'anno una sola vera sbavatura in gara, a Barcellona, ma poi è riuscito comunque a vincere. Mentre il ferrarista, che stava dominando, si era dovuto fermare per noie tecniche.
La fortuna conta, ma pure Verstappen ha patito problemi di affidabilità, ritirandosi in Bahrain e in Australia. Ed è stato sfortunato a Silverstone, quando ha raccolto un detrito dell'AlphaTauri di Yuki Tsunoda che ha compromesso la sua aerodinamica. In quell'occasione ha comunque stretto i denti per raccogliere il settimo posto. Tutto fa brodo, e il suo adesso ha un sapore molto gustoso, pur cucinato con una macchina, la RB18, che a livello di competitività paga qualcosina rispetto alla rivale Ferrari.
"È sempre importante marcare punti, anche nelle giornate negative. Trovarsi al comando è fantastico, ma il nostro margine è probabilmente un po' più ampio di quanto dovrebbe essere, guardando alle prestazioni delle due vetture", ha sottolineato dopo il trionfo di Le Castellet. Il numero 7 dell'anno, il numero 27 in carriera, pareggiando i conti con una leggenda della F1 come Jackie Stewart.
A nemmeno 25 anni, Max resta giovanissimo ma è già un veterano (ottava stagione, 153 presenze), con tutti i benefici che derivano dall'esperienza acquisita. Quella che ha portato anche saggezza e lucidità nei momenti chiave. Leclerc è della stessa leva, 1997, ma in questa sfida paga forse i tre anni di Formula 1 in meno vissuti, ora che per la prima volta lotta realmente per il titolo.
"Charles è stato sfortunato e sono contento che stia bene. La gara poteva essere davvero divertente, perché entrambe le macchine erano molto veloci", ha commentato Verstappen dopo il traguardo, dimostrando stima e rispetto per il suo antagonista. Non di facciata, perché non è il tipo, e già in macchina aveva chiesto notizie sul collega. "Da quel momento", ha proseguito, "mi sono concentrato sulla mia gara e ho gestito le gomme".
Parole di chi aveva la situazione in pieno controllo, ma è il racconto della prima parte di corsa, vissuta negli scarichi della Rossa, a dire tantissimo sulla crescita di Max: "Il ritmo era ottimo, ma stando in scia i pneumatici si sono surriscaldati. Non ero in grado di attaccare ma sono rimasto calmo". La calma, appunto, sembra la risorsa in più dell'attuale Verstappen, non solo nell'abitacolo: appaiono lontane le polemiche con Lewis Hamilton del 2021, o magari certi screzi con i commissari, pur senza rinunciare a far sentire la propria opinione. È il miglior Verstappen anche per questo.