Massimo CostaIn una intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, Stefano Domenicali, CEO della F1, non ha dubbi: la gara sprint disputata a Silverstone è stata un successo. Nonostante le varie critiche apparse sulla stampa di tutto il mondo e degli appassionati, in Liberty Media tirano dritto come niente fosse. E come il nostro Alberto Sabbatini aveva riportato nel suo articolo (
https://www.italiaracing.net/Il-commento-di-Alberto-Sabbatini-La-gara-sprint-Un-flop-figlio--della-mentalita-americana-e-la-pole/243953/1), Domenicali non nasconde che l'influenza degli americani è stata fondamentale e, guarda caso, al di là dell'oceano la corsetta di 100 km è piaciuta molto: «Negli Stati Uniti sono entusiasti. Si sa, gli americani amano lo spettacolo, la competizione».
Domenicali poi aggiunge: "I team principal sono favorevoli, al 100 per cento. Finalmente abbiamo avuto il coraggio di fare qualcosa di diverso e questo atteggiamento è stato apprezzato tantissimo da coloro che consideriamo potenziali nuovi arrivi in F.1. Dare dei contenuti diversi ogni giorno a chi viene in pista è qualcosa di straordinario, il fatto che ci sia qualcosa di importante ogni giorno è un elemento in più. Negli Stati Uniti, appunto, abbiamo ottenuto un grande successo. Ora analizzeremo i dettagli e gli stimoli che sono arrivati dalle comunità degli esperti, dai tifosi, dai commentatori, e ovviamente dai piloti per aggiustare quello che va cambiato già in vista di Monza per poi trarre un bilancio al termine della terza gara sperimentale e vedere che fare nel 2022».
«Ci sono stati piloti che hanno commesso errori come Perez o che hanno fatto una partenza eccezionale. Tante volte sottovalutiamo le cose che danno sapore a questo tipo di evento, come una partenza in più. Senza dimenticare che squadre e piloti hanno dovuto preparare il fine settimana in maniera differente. E poi, anche se non è stato il caso di Silverstone, con questo formato assume una importanza notevole anche l’eventuale cambiamento delle condizioni climatiche. Insomma la situazione può cambiare da venerdì mattina a sabato pomeriggio. Ci sono tante variabili che rendono più imprevedibile quello che può succedere e, dal punto di vista dello spettacolo anche più divertente».
Domenicali non sembra poi dell'idea di assegnare la pole a chi ottiene il giro più veloce in qualifica, l'essenza della F1, facendo uno strambo paragone con l'Halo: «Il concetto della pole position frutto del giro secco è nella storia della F.1, ma le cose si possono cambiare. Pensate all’Halo, quanta gente era contraria, oggi nessuno si azzarda più a metterlo in discussione. E’ una valutazione che stiamo facendo. E comunque mi è piaciuto la voglia della F.1 di provare qualcosa di nuovo. Ed è stato bello anche vedere l’approccio dei piloti. Che per me non è una sorpresa, so bene che a loro piace più correre che fare i long run durante il venerdì per mettere a posto le macchine. E poi c’è il capitolo gomme, lasciare libertà di scelta delle mescole ha arricchito le variabili».
«Nella mia testa c’è la volontà di promuovere eventi speciali con la disputa della gara di qualificazione, che possano essere valorizzati con premi particolari, ma se invece c’è la convinzione che questo formato sia da applicare sempre io non ho nulla in contrario. Lo valuteremo alla fine dell’anno. Non c’è fretta».