12 Mag [13:00]
Quale sarà il futuro di Vettel?
Ritiro, anno sabbatico, oppure...
Massimo Costa - XPB Images
E dunque Sebastian Vettel se ne va. Il suo sogno di vincere il quinto titolo mondiale con la Ferrari, di ripetere quanto meno per una volta quello che era riuscito a costruire Michael Schumacher (suo idolo di infanzia), rimane in vita. Per riuscirci, ha davanti a sé il campionato più strambo della storia della F1, quello dettato dal Coronavirus. La sua ultima opportunità.
Quattordici vittorie in cinque anni, il titolo 2017 svanito per una serie di inconvenienti tecnici assurdi nelle gare finali, quello 2018 buttato via da Seb con una inquietante sequenza di errori di guida. In quelle due stagioni, la Ferrari era riuscita a raggiungere la competitività della Mercedes, Vettel se la stava giocando alla pari con Lewis Hamilton, ma non è finita bene.
E se ci dovesse riuscire quest'anno? Sarebbe certamente una beffa per la Ferrari, che vedrebbe andare via un fresco campione del mondo, anche se in realtà, da quel che si era visto nei test di Barcellona dello scorso febbraio, la SF1000 pareva ben lontana dalla W11 rivale.
Per ora, Sebastian va inserito nella casella dei grandi piloti che con la Rossa non sono riusciti a conquistare l'agognato mondiale quando tra le mani avevano una vettura che poteva farcela. Vengono in mente Nigel Mansell, Alain Prost, Fernando Alonso, poi non va dimenticato quel tragico 1982, con il dramma di Zolder che ha fermato per sempre Gilles Villeneuve, e poche settimane dopo Didier Pironi, con quell'incidente a Hockenheim che gli spezzò le gambe.
Vettel ha dimostrato di essere un ragazzo perfetto per la squadra di Maranello. Rispettoso, generoso, affabile, pienamente dentro il mito. Al volante ha ottenuto vittorie strabilianti, ha corso con il cuore come sempre, ha dimostrato di essere focoso come ai tempi della Red Bull, ma come detto sopra, rimane l'amarezza per quel 2018 buttato via con incomprensibili errori. Eventi che lo hanno indubbiamente segnato.
Vettel non voleva essere una sorta di yogurt in scadenza a Maranello, voleva, pretendeva, un contratto di almeno tre anni e senza dover rivedere al ribasso il proprio compenso. Ma oramai, in Ferrari sono tutti concentrati sulla crescita di Charles Leclerc. Una scelta difficile per Mattia Binotto, perché lascia libero un pezzo da novanta che potrebbe andare a riempire qualche sedile della concorrenza. E questo farebbe male.
Già, cosa farà Vettel dopo il 2020. A fine stagione avrà appena 33 anni, pochi per decidere di appendere il casco al chiodo. Anche se con tre figli a casa, potrebbe essere una opzione da non sottovalutare. Se invece continuerà, un pilota del suo calibro cercherà di entrare in un altro top team, ma sia in Mercedes sia in Red Bull i ruoli sono ben definiti. Per Toto Wolff non avrebbe senso affiancarlo a Lewis Hamilton così come per Christian Horner sarebbe follia portarlo al cospetto di Max Verstappen. Sia Mercedes sia Red Bull hanno dei giovani piloti da svezzare per il futuro e Vettel pregiudicherebbe loro tale crescita oltre che minare gli equilibri interni.
E dunque quale squadra potrebbe accogliere Vettel? Potrebbe essere l'uomo giusto per la Renault se Daniel Ricciardo dovesse lasciare la squadra di Cyril Abiteboul, oppure trasferirsi alla McLaren. Un po' come fece Fernando Alonso quando in uscita dalla Ferrari si è accordato con la squadra di Zak Brown. Anche se poi è stato un disastro... Però, sia Renault sia McLaren non si possono permettere un esborso economico di 30-35 milioni a stagione per un solo pilota.
Vettel non ha mai dimostrato, al contrario di Alonso, la volontà di cimentarsi in altre categorie come la Indycar o l'Endurance. Ecco quindi che se non troverà la giusta motivazione, Sebastian potrebbe veramente abbandonare il motorsport, magari mettendosi in panchina per un anno e aspettando il 2022, con occhi puntati sulla Mercedes e Hamilton, se questi decidesse di lasciare.
Una mossa che potrebbe ricordare quella di Alain Prost quando dopo il licenziamento subìto dalla Ferrari di Cesare Fiorio, si fermò nel 1992 sperando che si liberasse un sedile alla Williams, all'epoca la squadra da battere. E così fu. Nigel Mansell, campione del mondo nel '92 litigò con Frank Williams e se ne andò in America lasciando a Prost la sua monoposto. E il francese vinse il suo quarto titolo nel 1993.