Jacopo Rubino - XPB ImagesToto Wolff, pur team principal della Mercedes vincitrice, ha dato una definizione illuminante: l'argomento track limits in Formula 1 non dovrebbe essere "una commedia di Shakespeare". Invece c'è tanto (troppo) da dire su come sono stati gestiti quelli di curva 4 al Gran Premio del Bahrain, creando confusione e macchiando un po' l'emozionante sfida finale tra Lewis Hamilton e Max Verstappen. L'olandese al giro 53 ha dovuto subito ridare strada al britannico, lasciandogli in pratica la vittoria, avendo compiuto il sorpasso sfruttando una parte non consentita. Tutto lineare, se si ignorasse la cronologia precedente.
A inizio weekend, il direttore di gara Michael Masi aveva dato libertà ai piloti nell'affrontare curva 4, ma già dopo la prima sessione di prove libere è avvenuta la rettifica: i limiti andavano rispettati. "Per ogni tempo ottenuto uscendo dalla pista e andando oltre il cordolo rosso e bianco di curva 4, risulterà un giro invalidato dai commissari", si leggeva nella nota consegnata. L'indicazione si riferiva a prove e qualifica, ma non per la gara (pur con due incaricati di visionare i filmati di ogni macchina), durante la quale Lewis Hamilton ha poi oltrepassato quel limite 29 volte. A un certo punto, il suo ingegnere Pete Bonnington gli ha suggerito di smettere, e il portacolori della Mercedes si è chiesto se fosse cambiato qualcosa in corsa. Masi, a motori spenti, ha insistito di no, ma si resta disorientati.
La soffiata è venuta dai rivali della Red Bull, come spiegato dal boss Christian Horner: "Abbiamo domandato se si potesse fare, perché c'è un vantaggio di due decimi usando il circuito in quel modo. Il direttore di gara li ha così invitati a seguire i track limits, altrimenti avrebbero ricevuto una bandiera bianco-nera". Hamilton non avrebbe guadagnato dalla traiettoria sfruttata, senza infrazioni all'articolo 27.3 del Regolamento Sportivo, ma se avesse ragione Horner, due decimi moltiplicati per 29 valgono 5,8 secondi recuperati su Verstappen. Guardando a come si è svolta la gara di Sakhir, una enormità.
Si è poi generato un paradosso, come illustrato direttamente dal campione in carica: "Per me è andata bene, dovendo essere più lento nella percorrenza ho avuto un aiuto nel conservare le gomme, e Max non ha potuto superare oltre la pista".
Per Verstappen è stato determinante violare i track limits per effettuare invece il sorpasso, e questo non era contemplato nella zona di tolleranza degli stewards. Che il pubblico rimanga spaesato, è legittimo. "Durante la gara mi è stato detto che gli altri andavano molto larghi, e di fare lo stesso perché si poteva guadagnare tempo. L'ho fatto, e a un certo punto mi è stato chiesto di smettere. Superato Lewis, penso che il direttore di gara ci avrebbe avvisato in fretta di ridare la posizione", ha spiegato l'olandese.
È accaduto proprio così: "Abbiamo avuto istruzioni dal direttore di gara di restituire la posizione, Max è stato molto sportivo e l'ha fatto. È stata la cosa giusta", ha confermato Horner. Verstappen a caldo non era d'accordo, voleva accumulare 5 secondi di vantaggio per coprire un eventuale penalità, ma il suo team principal ha ribadito: "Non c'era garanzia che ci saremmo riusciti".
Horner ha quindi insistito sul punto chiave, parlando di track limits: "Abbiamo solo bisogno di una situazione coerente, non si può dire "ok usateli in gara ma non per sorpassare". Deve essere o bianco o nero, senza sfumature di grigio". Il rivale Wolff la pensa allo stesso modo, ed è significativo perché si va al di là del risultato: "Abbiamo bisogno di uniformità nelle comunicazioni, servono che siano chiare, semplici". Speriamo che la FIA prenda nota, per evitare, appunto, un altro racconto shakesperiano. Con una via di fuga tutta in sabbia o erba, la questione neanche sarebbe sorta, ma questo sembra quasi superfluo da ricordare.