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28 Apr 2020 [10:48]

Un team italiano in Formula E,
la sfida dell'imprenditore Pizzuto

Jacopo Rubino

Una squadra italiana in Formula E? La sfida l'ha lanciata Gianfranco Pizzuto, promotore da oltre un decennio nella mobilità elettrica, attraverso un post scritto domenica su LinkedIn: "Stiamo avviando ufficialmente il nostro progetto, con l'obiettivo di partecipare alla stagione 2021 o 2022, in base a quanto velocemente riusciremo a finanziarci". Una dichiarazione che non è passata inosservata, e così abbiamo deciso di saperne di più.

"I riscontri ricevuti, sin da quel post su LinkedIn, sono stati incredibili. Ho avuto tantissimi attestati di stima e di simpatia, non solo da connazionali", ha raccontato l'imprenditore bolzanino a Italiaracing. Il nome pensato è "Scuderia E", lo stesso dell'azienda che ha curato l'importazione in Austria delle Fiat 500e prodotte negli Stati Uniti. Pizzuto è stato inoltre investitore nel marchio Fisker, che realizzò l'affascinante berlina ibrida Karma, e fino a pochi mesi fa era ambasciatore dei veicoli EV per la filiale di Jaguar Land Rover.

Possiamo mostrarvi la livrea immaginata per il futuro team, basata sulla monoposto Gen 2 Evo che esordirà nell'edizione 2021-2022. Il piano, però, è di entrare assieme al lancio delle macchine "Gen 3" che al momento resta fissato per il 2022-2023: "Ci sarebbe il vantaggio di partire da zero, come gli avversari, e di avere più tempo a disposizione per prepararci".



Pizzuto, come è nata l'idea della Formula E?
"Massimiliano Zocchi, un caro amico giornalista con cui da molti anni condivido la passione per le auto elettriche e per le corse, ha iniziato a punzecchiarmi dicendomi: "perché non creare un team"? All'inizio, consapevole dell'enorme lavoro richiesto, non sono stato subito convinto. Ma poi ci ho riflettuto sopra, mi sono confrontato con altre figure nel settore automotive, già operative nell'indotto delle auto elettriche. Abbiamo pensato alle dinamiche, a chi si potrebbe coinvolgere, sfruttando l'ampia rete a disposizione di ognuno".

Da LinkedIn abbiamo visto che ha già stretto una partnership tecnica con Imecar Elektronik. Ci racconta qualcosa?
"È una società che realizza batterie e propulsori elettrici per tutte le applicazioni possibili, persino per le imbarcazioni ed effettuando retrofit su vecchie automobili. Hanno un'esperienza enorme, li conosco molto bene perchè insieme ci siamo già occupati di altre iniziative. Quando ho importato le prime Fiat 500 elettriche in Europa, ad esempio, hanno sviluppato batterie dotate di maggiore autonomia rispetto a quelle originali. La sede è in Turchia, ma nella zona franca di Antalya. Naturalmente per me è stato un grande vantaggio, perché permette di avere rapporti commerciali come nella UE. Imecar è impegnata su diversi progetti in tutto il mondo, la Formula E aiuterebbe a farsi pubblicità. Ora siamo in ballo...".

Quanto siete già entrati nel dettaglio?
"A febbraio ero in Turchia, poco prima dell'emergenza Coronavirus, e avevamo parlato di cimentarci in altre applicazioni, anche in ambito sportivo. Allora era da considerarsi soltanto come una battuta, adesso invece abbiamo effettuato un paio di riunioni in teleconferenza e abbiamo deciso di partire, di capire quali potrebbero essere gli sponsor e di debuttare dal 2022".

Da regolamento la griglia Formula E, con 12 formazioni iscritte, è però già al completo.
"Ci sono due opzioni: allearsi con una scuderia esistente, o rilevarla. Per il momento sto soltanto dialogando con Alejandro Agag, il capo della categoria. Ci sentiremo di nuovo in questi giorni, sarà lui a consigliarmi il modo migliore per avvicinarci al campionato: partecipazione in un team, acquisizione, o alleanza".

E se l'introduzione del modello Gen 3 venisse posticipata, per contenere le spese? Anche il suo programma slitterebbe?
"Ad oggi la Formula E non ha ancora scelto su un eventuale rinvio delle Gen 3. In ogni caso, qualora dovessimo collaborare con un team avremmo sinergie da sfruttare per correre già con le Gen 2 Evo. Se invece non ci fosse alternativa che rilevare una squadra, dovremmo valutare con attenzione".

Una scuderia in Formula E potrebbe essere un traino per l'intero movimento automotive in Italia? Magari potrebbe richiamare l'attenzione del gruppo FCA...
"Ho ottime conoscenze all'interno di FCA, qualche parola andrò sicuramente a scambiarla. Nel futuro credo che anche loro, usando uno dei molti brand di cui dispongono, vogliano prima o poi cimentarsi nelle corse elettriche. La collaborazione potrebbe essere un passaggio intermedio, la porta di sicuro non la chiudo! Mi auguro che presto si completi la fusione con PSA, che sull'elettrico è più avanti (e già al via in Formula E con DS, ndr). Con tutta l'operazione definita, per noi sarebbe più facile aprire un dialogo".