Massimo CostaLui è Mark Webber, tre volte terzo nel Mondiale F1 (2010, 2011, 2013), 215 Gran Premi disputati tra il 2002 e il 2013 con Minardi, Jaguar, Williams, Red Bull, nove vittorie, tredici pole. Una carriera di grande prestigio, conclusa nel 2016 dopo tre stagioni vissute con la Porsche LMP1 nel campionato WEC, vinto nel 2015. Webber, australiano, da qualche anno ha affiancato Oscar Piastri nel ruolo di manager con la società JAM Sports Management, che comprende anche il pilota ora in Formula E Mitch Evans, piloti di Speedway e Trial, e un'atleta olimpionica, specialità lancio col giavellotto.
Se oggi Oscar Piastri lo si può definire un pilota pronto per conquistare traguardi importantissimi in F1, e dopo aver disputato appena 39 Gran Premi, il merito è anche di Webber. Che non ha sbagliato una mossa nel disegnare a Piastri la carriera, che lo ha visto vincere in tre anni, tra il 2019 e il 2021, la Eurocup Renault, la Formula 3 e la Formula 2. Fino alla decisione strategica di abbandonare la Academy Alpine, in cui era entrato nel 2019 per abbracciare le richieste di Zak Brown che voleva Piastri a tutti i costi al posto di Daniel Ricciardo (altro australiano).
Quella scelta di lasciare la Alpine per la McLaren, dopo che il costruttore francese aveva lasciato in panchina Piastri nel 2022, si è rivelata fondamentale. Anche se Webber e Piastri furono aspramente criticati dai componenti del Gruppo Renault, quella decisione venne presa perché Oscar rischiava di rimanere senza volante anche nel 2023. Soltanto la improvvisa decisione di Fernando Alonso, all'epoca pilota Alpine, di firmare per la Aston Martin, aveva portato i vertici francesi a promuovere Piastri. Troppo tardi però, Piastri era già entrato nell'orbita McLaren.
Pensate se Webber e Piastri non avessero ceduto alle lusinghe di Brown... Da due anni, il talentuosissimo Oscar sarebbe ingabbiato nelle ultime file in un team incapace di crescere quale è la Alpine, e tutti saremmo qui a dire che sì, in fondo, questo Piastri non è poi chiissà cosa. Ecco cosa vuol dire essere bravi manager nel motorsport, saper cogliere le occasioni giuste anche davanti a scelte che possono ferire altre persone. E oggi la coppia Piastri-Webber è divenuta una delle più ricercate in F1.
L'ex pilota, alla
Gazzetta dello Sport ha spiegato il "suo" Piastri: " Oscar continua a fare cose incredibili. Punta alle stelle, al massimo. E stavolta il colpaccio gli è riuscito tenendo testa a Leclerc, che qui è straordinario, magico. Eppure Oscar si è difeso, anche quando è stato a tiro del suo Drs, sotto pressione per tutto il tempo. Adoro veder combattere quei due, è una vera gioia per gli occhi e le emozioni. Sono due vere superstar. Devi avere una classe mondiale per battere Charles a Baku. E Oscar l’ha avuta: ha fatto una delle più belle gare che ho visto in F.1 da molto tempo in qua".
"Nel sorpasso a Leclerc, Oscar è stato clinico, di una perfezione chirurgica. E non era per nulla semplice. Ma quella è la sua forza: non sono manovre che ti escono per caso. Ce ne ha già fatte vedere molte. E ricordiamoci che ha fatto solo una trentina di gare in F.1, è ancora senza esperienza. Diventerà ancora più forte di così".
"Il suo punto di forza è la solidità. Ovviamente la velocità. Ma quello che impressiona è la consistenza. Credo che molti non abbiano ancora notato la sua capacità di essere al meglio su tutti i tipi di circuito, riducendo sempre al minimo gli errori. Anche su quelli in cui ha corso la prima volta lo scorso anno. Se parli con chiunque sia stato con lui, a tutti i livelli, per esempio con quelli della Prema in F2, ti diranno questa cosa. E poi Oscar è davvero un ragazzo speciale. Detto questo: teniamo i piedi per terra…".
"Oscar è molto umile. Sa di essere solo all’inizio. Sta studiando. Insieme ci siamo detti che la misura delle cose ce la dà la foto del podio di Budapest: lui, alla sua prima vittoria, di fianco a una leggenda come Lewis Hamilton, che di vittorie ne ha più di cento. C’è ancora tanto da fare e da imparare. In questo lo vedo molto simile a Jannik Sinner… Non sto dicendo che sia già il numero 1 al mondo, come Sinner. Ma come lui è una gemma che sta crescendo con serenità, tranquillo, senza esaltarsi. Come Jannik è un tesoro per il tennis, e in generale per tutto lo sport mondiale, credo che anche Oscar sia un patrimonio simile per la Formula 1 e il Motorsport. E infatti non è un caso che siano amici. So che si sentono molto spesso. Oscar è appassionato di tennis, Jannik di F1. Vedo che si messaggiano di frequente. C’è quel rispetto reciproco che unisce i grandi atleti."
"Oscar è affamato, molto affamato. A Baku era super orgoglioso di quel che ha fatto. A Monza era soddisfatto sì, del secondo posto, ma non sorridente. Forse davvero sembrava troppo triste: ma voleva vincere. Dal lunedì al giovedì è molto caloroso, amichevole. Dal venerdì, quando comincia a mettere il casco, esce tutta la sua disciplina, la concentrazione. Avete visto a Baku cosa significa per lui correre. Questa capacità è la sua grande qualità".