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18 Ott [16:11]

I piloti McLaren attaccano la Red Bull,
pronta la difesa di Verstappen e Perez

Massimo Costa - XPB Images

Vigilia calda ad Austin dove la F1 è pronta a riaccendere i motori per il GP degli USA. A tenere banco è la notizia esplosa nel paddock che coinvolge la Red Bull e il possibile utilizzo di un sistema che agisce a distanza per consentire, quando le monoposto sono in parco chiuso, di variare l'altezza del fondo

Lando Norris e Oscar Piastri della McLaren sono andati giù duro: “C’è una differenza tra le situazioni da bianco o nero come questa e le innovazioni che si possono creare all’interno dello spazio consentito dal regolamento”, ha detto l'inglese, mentre l'australiano non ha avuto peli sulla lingua: “Tutti stiamo superando i limiti del regolamento tecnico. Si tratta di un aspetto che caratterizza da sempre la F1. Da quello che ho sentito, però, una cosa del genere non sta solo superando i limiti, ma li sta chiaramente infrangendo. Se è stato usato quel sistema, è chiaro che chi l’ha fatto è uscito dalla zona grigia per entrare in una zona nera. Il nostro mini Drs era legale. Anche se abbiamo dovuto apportare alcune modifiche, non era rivoluzionario per la vettura. Vedremo se questa cosa avrà un impatto”.


 
Pronta la reazione di Max Verstappen: “La documentazione tecnica sul sistema è open source, quindi tutti i team ne erano a conoscenza, in quanto è stata sottoposta alla FIA. Per noi era solo uno strumento utile quando la macchina era smontata e facile da regolare, ma una volta che l’intera monoposto è assemblata non è possibile regolarlo. Quindi per noi non cambia nulla. Quando ho saputo della faccenda, pensavo che fossero coinvolti altri team, ma ho scoperto che era correlato a noi, ma non l’abbiamo mai nemmeno menzionato durante i briefing”.

Anche Sergio Perez si è espresso sulla vicenda: “Sapevo dell’esistenza di questo sistema, ma non del suo utilizzo tra qualifiche e gara. Non abbiamo fatto nulla e non ne abbiamo mai parlato. Per fare un esempio, durante un weekend Sprint ci siamo trovati a dover adottare un’altezza da terra vicina alla luna per evitare di essere squalificati a causa dell’usura del pattino, come era successo in passato alla Mercedes. Credo che spetti alla FIA tracciare il limite tra legale e illegale. Sono loro che controllano il nostro sport, dunque è loro l’ultima parola”.
RS Racing