Massimo CostaE' tutto vero. La Alpine dal 2026 sarà spinta dalle power unit costruite dalla Mercedes e ne utilizzerà anche il cambio. Un paradosso, se volete, una cosa che in F1 non si è mai vista da parte di un grande costruttore di auto, nello specifico la Renault. Lo stop della produzione dei motori francesi, nello stabilimento di Viry-Chatillon, ha causato infinite polemiche e proteste da parte dei dipendenti, una resa che non piace al di là delle Alpi, soprattutto considerando i trascorsi fenomenali della Renault in F1.
L'innovazione del turbo nella metà degli anni Settanta, i trionfi come motorista con la Williams e poi come team completo (telaio più propulsore) con i due mondiali vinti da Fernando Alonso, infine il domino con la Red Bull nell'epopea dei quattro titoli iridati di Sebastian Vettel. Ma a far precipitare la Renault nell'oblio, è stato l'ibrido, le power unit che hanno portato la F1 in una nuova dimensione. Per dirla brutalmente, in un decennio non l'hanno mai azzeccata, perdendo via via la fornitura con la Red Bull e la Toro Rosso, poi con la McLaren .
E oggi, è la stessa Renault, presente in F1 col marchio Alpine, che non vuole utilizzare i motori... Renault. Alla base di questa scelta contraddittoria, vi è un forte motivo economico e l'intenzione di riconvertire la base di Viry-Chatillon ad altre attività e progetti dedicati all'automotive. Il risparmio per il team Alpine è stato valutato in 120 milioni di euro. A questo punto, Alpine rimane semplicemente un telaista divenendo cliente della Mercedes.
Ma a spingere a questa decisione i vertici aziendali di Renault guidati dal presidente Luca Di Meo, anche la presa di coscienza delle difficoltà incontrate negl ultimi dieci anni da parte degli ingegneri di Viry-Chatillon nel progettare un motore competitivo, al livello di Mercedes, Honda e Ferrari. Flavio Briatore, consigliere da poche settimane del team Alpine, ha spinto sull'acceleratore nel prendere questa scelta finale.
L'ex team principal Renault, ha sempre sottolineato che a nessuno del grande pubblico che segue la F1 importa cosa si nasconde alle spalle del pilota, quel che conta è il marchio. Ed è proprio così. Quando Briatore vinceva i mondiali con la Benetton e Michael Schumacher, era, ed è ancora oggi, il brand italiano che è nella memoria di tutti, non certo il motore Ford che spingeva quelle monoposto. E così è stato per la Red Bull campione prima con Renault e poi con Honda, ma per tutti a vincere è il marchio austriaco ed ora si nomina la McLaren prossima vincitrice (probabile) del mondiale costruttori e non il binomio con la Mercedes che ne fornisce i motori. Tutto molto chiaro.
Nel 2026, con le nuove regole che entreranno in vigore, a costruirsi tutto in casa saranno la nuova entrata Audi, la Ferrari, la Mercedes e la novità Red Bull con il supporto della Ford. Haas, Williams, Racing Bulls, Aston Martin, McLaren, proseguiranno a essere soltanto progettisti dei telai e a questa lista si aggiungerà la Alpine.
Per quanto riguarda l'ipotesi della vendita del team Alpine ad Hitech, con alle spalle la famiglia Mazepin, tutto sembra congelato. Almeno per il momento.