Jacopo Rubino - XPB ImagesLewis Hamilton, al Gran Premio di Turchia, si prepara a un nuovo appuntamento con la storia: potrebbe laurearsi matematicamente campione di Formula 1 per la settima volta in carriera, eguagliando un altro dei record di Michael Schumacher. Il più importante in assoluto, anche più delle 91 vittorie raggiunte al Nurburgring e ormai superate (una proprio a Istanbul, nel 2010). Le probabilità che il pilota Mercedes si aggiudichi l'iride già domenica sono molto elevate, visti gli 85 punti di vantaggio sul compagno Valtteri Bottas.
Il finlandese, numeri alla mano, è rimasto l'unico a poter sperare nel sorpasso. Se chiudesse peggio di sesto al traguardo, però, salterebbe ogni calcolo. All'opposto, se Bottas riuscisse a vincere siglando il giro più veloce, sarebbe sicuro di tenere aperti i giochi almeno fino alla successiva tappa in Bahrain, a prescindere dal piazzamento di Hamilton. In mezzo, una serie di combinazioni che sembrano soprattutto un esercizio di aritmetica, vista la superiorità di cui gode la Mercedes sul resto del gruppo. Imprevisti a parte.
Per Lewis chiudere il discorso a Istanbul, però, avrebbe un significato speciale. È rimasta nella memoria la sua rimonta del 2006, in gara 2 della GP2, quando a causa di un testacoda nelle fasi iniziali precipitò al 18esimo posto. Da lì fu protagonista di una rimonta formidabile fino alla piazza d'onore, oscurando il successo dell'austriaco Andreas Zuber. Due settimane più tardi, a Monza, il britannico si aggiudicò il trono della serie cadetta ed era già evidente che fosse pronto per la F1. Ron Dennis, boss della McLaren che aveva voluto supportarlo fin dai tempi del karting, decise infatti di promuoverlo nel Circus per il 2007, al fianco di Fernando Alonso. Il resto è storia, o presente.
E lo stesso Schumacher, una intervista di qualche mese più tardi, confermò di essersi andato a complimentare per quell'impresa: "Ho avuto una breve chiacchierata con lui, aveva disputato una corsa strepitosa", raccontò a Sky News. "Lo scorso anno ho seguito da vicino la sua stagione in GP2 perché correva nel team di Nicolas Todt (ART Grand Prix, ndr), che ovviamente è molto legato a noi. Non sono sorpreso da cosa stia facendo, ma da quanto sia già costante". Ci aveva visto lungo.
Nella foto, Hamilton a Istanbul ai tempi della GP2