Jacopo Rubino - Photo4La Formula 1 piange uno dei suoi eroi. Niki Lauda è morto all'età di 70 anni, nove mesi dopo il trapianto di polmoni a cui si era sottoposto. Da allora si è atteso il suo ritorno in pista al box del team Mercedes, di cui era presidente non esecutivo, ma le delicate condizioni di salute non lo hanno reso possibile. Notizie degli ultimi giorni riportavano che l'ex pilota austriaco fosse ricoverato in una clinica in Svizzera per la dialiasi renale, mentre in inverno era stato in cura per un'infezione.
Lauda aveva già un posto assegnato di diritto fra le leggende di questo sport, e non solo per i per tre titoli mondiali (1975, 1977, 1984) conquistati: difficile dimenticare il terribile incidente del 1976 al Nurburgring, in cui la sua vettura fu avvolta dalle fiamme, e il ritorno in pista a Monza 40 giorni dopo essere stato a un passo dalla morte. Una storia che lo ha fatto diventare protagonista del film Rush, insieme al rivale James Hunt. In quella stagione l'austriaco non riuscì a difendere la corona di campione del mondo in carica, con la controversa decisione di ritirarsi dalla gara nel diluvio al Fuji, ma seppe rifarsi nel 1977 prima di lasciare la Ferrari e passare alla Brabham-Alfa Romeo. Un'avventura al di sotto delle aspettative che lo condurrà alla scelta del primo ritiro dalle corse.
Il ritorno avvenne nel 1982, al volante della McLaren: bastarono tre Gran Premi per rivederlo sul gradino più alto del podio, a Long Beach, mentre il 1984 è l'anno del terzo iride in una esaltante sfida con il più giovane compagno Alain Prost, battuto di appena mezzo punto. Lauda appese il casco al chiodo nel 1985, non prima di un ultimo successo a Zandvoort, circuito che sarà di nuovo in calendario dal 2020.
Oltre all'attività imprenditoriale nel settore dell'aviazione civile (con le compagnie aree Lauda Air e Niki), il tre volte iridato è rimasto coinvolto nel paddock della Formula 1 come consulente Ferrari negli Novanta, poi da team principal Jaguar e infine come presidente non esecutivo Mercedes, vivendo in prima linea trionfi di questi anni ottenuti dalla casa tedesca.
"I suoi traguardi come atleta e imprenditore saranno indimenticabili, assieme alla sua schiettezza e al suo coraggio. È stato un modello e un riferimento per tutti noi, un marito, un padre e un nonno amorevole lontano dal pubblico", si legge nella nota diffusa dalla famiglia, che sottolinea come Lauda si sia spento "serenamente".