Massimo CostaUn messaggio su WhatsApp dell'amico Titì Veneziani mi lascia interdetto. Luca Persiani non c'è più. Poi, ne ricevo un altro da Maurizio Salvadori e ancora il bip bip del telefono risuona. Mi fermo. Sono in giro per varie commissioni e mi sento come stordito. René Rosin mi invia un articolo del Messaggero. E' tutto vero. Lo rileggo tre volte nella speranza che qualche riga cambi, che la vita di Luca non sia finita così, per sempre. Niente da fare. L'articolo, che poi diventano gli articoli di cronaca nera che trovo sul web, raccontano tutti la stessa storia, non si scappa, non si fugge dalla triste realtà. Luca non c'è più.
Ecco quel che è accaduto da quanto riportato dal Messaggero: "Turista romano muore durante un’escursione a Frattura, frazione del comune di Scanno, in provincia dell'Aquila, dove c'è il lago a forma di cuore. La vittima stava guidando un fuoristrada in compagnia di una 27enne quando hanno trovato un tratto di strada molto scivoloso, a causa della pioggia. Così Luca Persiani, di Albano Laziale, ha fatto scendere la passeggera e con grande precauzione, ha tentato un manovra piuttosto complessa per rientrare nel sentiero, ma la Jeep è precipitata per circa seicento metri lungo un burrone e l'uomo è morto.
"La ragazza, anche lei di Albano Laziale, è stata subito soccorsa e trasportata all’ospedale di Sulmona in forte stato di choc per quanto accaduto. I due volevano vedere il tramonto in cima al monte Genzana, nel comune di Scanno, come capita spesso durante le vacanze d'agosto".
"Le operazioni di soccorso sono state rese estremamente difficili dalle condizioni meteorologiche avverse. La fitta nebbia e il maltempo hanno complicato il recupero del corpo dell’uomo e del veicolo, costringendo i soccorritori - il Soccorso alpino della Guardia di finanza di Roccaraso, i volontari del soccorso alpino e speleologico, i sanitari del 118 e i vigili del fuoco di Sulmona - a lavorare con grande cautela per diverse ore. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti anche i carabinieri della compagnia di Castel di Sangro, che stanno conducendo le indagini, per chiarire le cause esatte dell’incidente. A breve sul corpro sarà svolta la ricognizione cadaverica. Il pilota, da quanto si è appreso, doveva rientrare oggi negli Usa".
Si rimane senza parole. Una fine terribile. Luca, 40 anni, era un apprezzatissimo coach di piloti da una quindicina di anni. dopo che lui stesso è stato un eccellente pilota. Lo avevo conosciuto nel 2003, quando aveva iniziato la sua avventura in monoposto nella Renault 1.6 col team Target, poi era passato in Renault 2.0 l'anno dopo, con la BVM (foto sotto), ottenendo un bel sesto posto con cinque podi conquistati in un campionato vinto da Pastor Maldonado. Nel 2005 lo ricordo alla Cram, ottavo alla fine, poi è arrivata la Formula 3000 Masters con ADM e il quarto posto in campionato. Ho scritto tanto di Persiani su Italiaracing e su Autosprint, si era anche creato un bel rapporto personale.
La sua meticolosità, precisione, attenzione dei particolari, lo ha reso uno dei migliori coach in campio internazionale. Richiestissimo in tale ruolo, dopo aver maturato anche esperienze da pilota nel Gran Turismo, ha allevato i ragazzini della Academy russa SMP, poi ha vissuto un periodo in USA, tornato in Italia faceva parte del Ferrari Driver Academy e da qualche tempo era il coach per Iron Lynx. Non mancava di "istruire" anche piloti gentleman nel Challenge Ferrari o nel GT World Challenge e nel Lamborghini Super Trofeo. Insomma, Luca lo si poteva trovare ovunque perché tutti lo volevano e lo apprezzavano.
Parlavamo spesso ogni volta che ci si incontrava nel paddock, mi raccontava le caratteristiche dei suoi piloti. Informazioni utili. Se era impegnato, bastava un saluto, anche da lontano, sempre con quel sorriso ben stampato sul suo volto perennemente da ragazzo. Ed è così che tutti noi lo ricorderemo.