24 Mar [15:38]
Alpine inizia il cammino in F1,
la visione dell'ad Renault De Meo
Jacopo Rubino
"Mettereste il nostro tra i dieci marchi sportivi più noti? No, e dopo 44 anni di presenza nelle corse". È per questo che Luca De Meo, amministratore delegato Renault dal 1° luglio 2020, ha deciso di trasformare la squadra di Formula 1 in Alpine, come spiegato nelle parole riportate dalla Gazzetta dello Sport. Una mossa che è servita anche a ribadire l'impegno dell'azienda nel Circus, nonostante i bilanci potessero suggerire uno stop: "Ho subito chiarito che non sarei stato io l'uomo che avrebbe messo fine a 44 anni di storia".
Renault infatti è entrata in F1 nel 1977, è stata pioniera del turbo, si è presa alcune pause ma a questo sport ha dato moltissimo: da team completo o da motorista delle varie Lotus, Williams, Benetton e Red Bull, ha centrato 12 Mondiali Costruttori e 11 Piloti, 168 vittorie e 213 pole-position. Numeri da non scordare, mentre ora comincia il cammino di Alpine, il brand sportivo che avrà sempre più peso nelle strategie del gruppo, seguendo operazioni simili che De Meo ha condotto in Fiat, rilanciando Abarth, e creando Cupra da una costola di Seat.
"Alpine rischiava di chiudere, c'erano oltre 400 validissimi ingegneri senza un obiettivo, così ho rimesso la F1 al centro del nostro progetto, spinto da tre ragioni: resta un potente veicolo di comunicazione, a patto di esserne protagonisti, dà credibilità come costruttore sportivo, ed è una piattaforma elettrica che serve per trasformare Alpine in una miscela tra mini Ferrari e mini Tesla", ha raccontato De Meo in videoconferenza.
Si punta al "pareggio di bilancio nel 2025", da quel momento le vendite delle future Alpine stradali (saranno solo elettriche) serviranno a finanziare la partecipazione al Mondiale. In questo aiuterà anche il budget cap appena entrato in vigore, che terrà sotto controllo le spese e, si spera, renderà lo schieramento più equilibrato.
Uscito di scena Cyril Abiteboul, l'Alpine ha scelto di non avere un team principal: i compiti verranno ripartiti fra Marcin Budkwoski, direttore esecutivo, l'altro italiano Davide Brivio, ex Suzuki MotoGP, come direttore sportivo, e il CEO Laurent Rossi. "Il nostro modello è diverso da altre scuderie e sono convinto di essere nel giusto", ha sottolineato De Meo. Quello che sta per iniziare sarà probabilmente un campionato di transizione, con una macchina da metà schieramento nelle mani di Fernando Alonso ed Esteban Ocon, in attesa della rivoluzione tecnica 2022. Il pieno potenziale della squadra e dell'organizzazione voluta da De Meo, forse, si vedrà da quel momento.