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13 Ago [19:32]

Alpine, la fretta non premia
Quale sarà il progetto futuro?

Massimo Costa - XPB Images

In merito alla situazione Ferrari, Italiaracing ha scritto più volte che è la stabilità di una squadra la base necessaria per costruire un futuro , ovviamente se ben supportata da una florida situazione economica. A Maranello, dopo l'uscita di scena di Jean Todt avvenuta a fine 2007. si sono alternati ben cinque team principal in sole quindici stagioni. E non è un caso che l'ultimo mondiale sia arrivato nel 2008, con Stefano Domenicali al comando, quando la squadra era ben oliata e col team principal imolese che era stato l'allievo di Todt.

Dopo di che Marco Mattiacci, sette mesi in carica, Maurizio Arrivabene (quattro stagioni), Mattia Binotto (quattro campionati) e ora Frederic Vasseur, sono saliti sulla barca cambiando, trasformando, ripartendo da zero. Ma la F1 non è, come più volte sottolineato, una squadra di calcio. E non è un caso che dal 2005 la Red Bull abbia praticamente sempre gli stessi uomini o che la Mercedes sia guidata da un decennio da Toto Wolff, i cui cambi tecnici sono sempre stati azzeccati e ben ponderati. Poi, c'è stato il crollo, ma nessuno si è sognato di cambiare il timoniere, Wolff, come invece accaduto in Ferrari con Domenicali, con Arrivabene e con Binotto.

Dunque, tale lezione avrebbe dovuto insegnare qualcosa nel paddock F1, ma non è affatto così. Il team Alpine, che non è altro che la Renault, si è comportato in modo ancora peggiore della Ferrari, licenziando tutto lo staff, sportivo e tecnico, durante il weekend di un Gran Premio, quello del Belgio. Isteria pura, e sorprende che tutto questo sia arrivato da un grande costruttore con una storia enorme nel Mondiale F1 e con il presidente italiano Luca De Meo che soltanto un anno fa aveva pesantemente criticato Oscar Piastri e il suo management per essere passato in McLaren rompendo il contratto che lo legava a loro.

Da quando la Renault è rientrata a tempo pieno in F1, come team, ha cambiato il team  principal da Vasseur a Cyril Abiteboul a Laurent Rossi nominato anche CEO (quello che il defenestrato Alain Prost ha definito un totale incompetente) poi pure lui espulso. In precedenza ci si era liberati di Marcin Budkowski, direttore esecutivo, poi era stato preso Davide Brivio dalla Suzuki MotoGP che avrebbe dovuto essere il direttore sportivo, ma presto è stato spostato in ruoli secondari. I direttori tecnici sono stati tre in cinque anni (Nick Chester, Pat Fry, Matt Harman).

Per quanto riguarda il reparto motori, l'anello debole della catena il responsabile Remi Taffin e stato rimpiazzato da Bruno Famin, senza che i risultati migliorassero. Ed ora è proprio Famin, ex Peugeot nell'Endurance, ad essere stato incaricato di guidare il team Alpine pur essendo divenuto il vice presidente  di Alpine motorsport appena un mese fa. Chi invece, aveva sempre mantenuto il proprio ruolo di direttore sportivo è stato Alan Permane, ma anche lui lasciato libero da Spa.

Come riassumere tutto ciò se non sottolineando il caos totale che si è creato. Proprio Famin a Spa ha ripetuto infinite volte la parola "progetto", senza però rendere noto quale sia questo progetto. Famin aveva visioni diverse da Szafnauer , il quale in Belgio aveva ricordato quel numero, cento Gran Premi, per tornare al vertice che si era posto assieme a De Meo quando era approdato in Alpine a fine 2021. Ma dopo appena 32 gare, è stato mandato via perché in Renault hanno scoperto di avere fretta. A dare fastidio ai francesi, è stato il balzo in avanti di Aston Martin prima e McLaren poi. Perché loro sì e noi no, si saranno chiesti i vertici? Famin ha subito agito e non ha mancato di sottolineare che nella liquidazione della squadra un ruolo decisivo lo ha avuto proprio De Meo.

Guardare all'erba del vicino e provare invidia, può portare a reazioni errate, prive di logica, come si è verificato. La stabilità non abita a Maranello, ma neanche dalle parti di Renault evidentemente. La scossa porterà qualche frutto? L'impressione è che Famin abbia sottovalutato parecchio cosa vuol dire creare un team vincente in F1, che non è l'Endurance. Certamente sarebbe molto bello vedere la Alpine lottare per qualcosa di molto importante, ma bisognerà capire quali figure assumeranno le posizioni che occupavano gli "espulsi". Non è che in giro ci siano particolari geni. Per ora si sa che il nuovo direttore sportivo è Julian Rouse, che fino a ieri si occupava della Academy dei giovani piloti e in precedenza, per tanti anni, ha guidato il team Fortec e poi Arden in World Series Renault e nelle varie formule in cui la squadra inglese della famiglia Horner era impegnata.

La F1 richiede progettazione a lungo termine, chi ha fretta non va molto lontano. Vedremo se De Meo e Famin ci stupiranno nelle prossime settimane.

Nella foto, De Meo con i piloti Alpine Gasly ed Ocon
RS Racing