12 Apr [10:38]
Alti e bassi in pista, crash, penalità:
le storie del weekend Formula E a Roma
Jacopo Rubino
Dopo lo stop dello scorso anno dovuto alla pandemia, la Formula E è tornata a correre sulle strade di Roma in questo weekend: purtroppo senza pubblico e con regole severe per gli accessi, come inevitabile in tempi di emergenza sanitaria, ma realizzare l'evento è stato comunque un grandissimo risultato. La Capitale d'Italia ha un accordo con la serie elettrica per altre cinque edizioni, ha ricordato alla vigilia il sindaco Virginia Raggi, e la speranza è che tutto possa tornare alla normalità già per il 2022. Intanto è stata promossa la versione aggiornata del circuito nel quartier Eur, già fra i più apprezzati in calendario con i cambi di elevazione e reso ancora più rapido e lungo con i suoi 3385 metri. Il meteo variabile e l'asfalto umido hanno per giunta aumentato il grado di difficoltà per i piloti, in un fine settimana che ha proposto molte storie da raccontare.
Jaguar, momento d'oro
Dopo il weekend di Roma, in casa Jaguar magari vorrebbero congelare l'attuale classifica: Sam Bird, nuovo acquisto per questa stagione, e Mitch Evans sono davanti a tutti con 43 e 39 punti, e ovviamente questo coincide con il primato fra i team a quota 82, con la Mercedes che insegue a 17 lunghezze. In gara 1, per la prima volta il marchio britannico ha centrato un doppio podio nella categoria, in cui ha esordito nel 2016, e il primo in assoluto a 30 anni di distanza dalla gara del Mondiale Sport ad Autopolis. Anche allora le XJR-14 chiusero al secondo e terzo posto, rispettivamente con Derek Warwick e con la coppia formata da Teo Fabi e David Brabham, che conquistarono il titolo.
De Vries: leader alla vigilia, zero a Roma
Si è presentato a Roma da leader della classifica generale, ma Nyck De Vries nella città eterna è rimasto a mani vuote: sul finale di gara 1 è stato coinvolto, senza colpe, nell'incidente del compagno Stoffel Vandoorne, mentre in gara 2 è andato contro le barriere tentando un attacco disperato all'ultimo giro su Sam Bird, di cui ha fatto le spese anche Oliver Rowland. Si stavano giocando il decimo posto. "Con il senno di poi, ho voluto troppo in quel punto e nemmeno serviva, visto che dopo il traguardo sono state assegnate un paio di penalità. Sarebbe stato nostro anche il punto del giro più veloce (1'40"771, ndr)", ha ammesso l'olandese. Gli stewards lo hanno penalizzato con 5 caselle di arretramento sulla griglia di gara 1 a Valencia, in programma il 24 aprile, ma a caldo era stato proprio Bird a scagionare parzialmente il rivale, nelle parole riportate da The Race: "Non voglio giudicare prima di rivedere l'accaduto. Credo che vetture a massima potenza, freni freddi e asfalto scivoloso non si siano combinati molto bene".
Di Grassi e Buemi di nuovo ai ferri corti
Che fra Lucas Di Grassi e Sebastien Buemi non scorra buon sangue è cosa nota sin dagli albori della Formula E: all'inizio si giocavano i titoli e le vittorie, ora capita molto più raramente, ma a Roma sono di nuovo venuti ai ferri corti. Il brasiliano in gara 2 ha sbattuto contro le barriere dopo essere stato toccato al posteriore dallo svizzero. "Una manovra molto pericolosa", l'ha definita il portacolori Audi. I commissari gli hanno dato ragione, infliggendo a Buemi 5 secondi di penalità che l'hanno fatto retrocedere dall'ottavo al decimo posto finale. Il pilota Nissan, però, la vede diversamente: "Lui si è mosso così tardi che non mi ha dato tempo di reagire".
Turvey... sbadato nel botto in FP1
La prima sessione di prove libere a Roma si è conclusa con il mega-crash innescato da Oliver Turvey, piombato addosso sulla coda di vetture in curva 6 che attendevano di effettuare la consueta simulazione di partenza. L'inglese ha centrato Jake Dennis e Jean-Eric Vergne, con danni alla vettura che gli hanno impedito di disputare qualifica 1 e gara 1. L'alfiere NIO, sostanzialmente, si è scordato delle prove di start. "Nella convocazione, il pilota ha dichiarato di essere pienamente a conoscenza della procedura, ma una serie di circostanze gliel'ha fatto completamente dimenticare", si leggeva nel report dei commissari. Turvey ha dovuto prendere il via di gara 2 dalla pit-lane e ha rimediato 6 punti di penalità sulla licenza. Ma la conformazione di curva 6, cieca, e l'assenza di bandiere gialle hanno forse contribuito alla dinamica.
Vergne dai guai al trionfo
Jean-Eric Vergne è stato l'eroe del sabato, aggiudicandosi gara 1, ma la sua giornata sembrava aver preso una brutta piega quando è stato tamponato da Turvey al termine delle prime libere: il retrotreno della sua vettura era pesantemente danneggiato, ma i meccanici DS Techeetah hanno compiuto un mezzo miracolo ripristinando tutto in un'ora e mezza, consentendo al pilota francese di disputare la qualifica. In più, le Libere 2 praticamente cancellate per il problema ad un cordolo non lo hanno svantaggiato rispetto agli avversari. La vittoria è stata il miglior battesimo per la nuova unità motrice che DS ha fatto esordire proprio a Roma.
La nuova safety-car Mini
Entrambe le gare romane sono partite in regime di safety-car, per l'aderenza precaria dopo la pioggia caduta. Nel ruolo di auto staffetta, in questo weekend, ha debuttato la Mini Pacesetter, ovviamente elettrica, che deriva dalla Cooper SE stradale. Una scelta del gruppo BMW, proprietaria del brand Mini, e fornitrice della safety-car in Formula E fin dalla stagione inaugurale.