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23 Feb [15:56]

Analisi tecnica Red Bull RB18
Rivoluzionate sospensioni e pance

Michele Montesano - XPB Images

L’attesa è stata ripagata, finalmente in occasione dei test pre stagionali della Formula 1 abbiamo potuto ammirare la nuova Red Bull. Come tradizione del team anglo austriaco, anche la RB18 è parsa subito una monoposto estrema. I tecnici diretti da Adrian Newey si sono focalizzati in particolar modo sulle sospensioni, sia anteriori che posteriori, oltre che su pance e fianchi. Al contrario di quanto ipotizzato, il nuovo regolamento ha permesso numerose interpretazioni aerodinamiche, ora finalmente la pista di Montmelò ci potrà dare i primi riscontri.

Muso con vanity panel e ala da Outwash

In Red Bull il musetto, di forma aguzza in stile Ferrari, hanno preferito adagiarlo sul secondo flap dell’alettone lasciando così libero il profilo principale. Quest’ultimo presenta un bordo d’ingresso concavo, anche se l’intera ala ha una conformazione leggermente a cucchiaio rovesciato.



Questo per creare un flusso che investe il sotto vettura senza subire turbolenze nocive. Interessante come anche sulla RB18 sia presente un vanity panel sul muso, in modo da implementare altre soluzioni nel corso della stagione o di configurare il frontale a seconda dei circuiti.



Gli upper flap presentano una forma ad ala di gabbiano che, in corrispondenza delle paratie verticali, creano una canalizzazione per generare l’Outwash spingendo l’aria al di fuori della sagoma degli pneumatici.

Sull’anteriore c’è il Pull Rod con funzione aerodinamica

Newey ha preferito adottare il Pull Rod sull’asse anteriore. L’attuale regolamento ha di fatto ridotto l’efficacia del Push Rod permettendo di introdurre altre soluzioni. Lo schema della RB18 prevede dei triangoli molto distanti fra di loro per creare un passaggio d’aria verso il corpo vettura.



Inoltre il triangolo superiore presenta il braccio anteriore montato più in alto rispetto a quello posteriore, tale soluzione dovrebbe aiutare ad abbassare l’avantreno nelle curve lente per generare maggior carico aerodinamico. Il tirante dello sterzo è posto dinnanzi il triangolo inferiore creando un leggero soffiaggio. Ridotte al minimo le prese dell’impianto frenante, con delle palpebre di scuola McLaren.

Pance con ingresso a due livelli e ampio sottosquadro

Come abbiamo potuto appurare in tutte le Formula 1 del 2022, il corpo vettura riveste un ruolo fondamentale dal punto di vista aerodinamico. Non fa eccezione la Red Bull che pare abbia estremizzato il concetto visto su Aston Martin e Alpine.



Le pance presentano un ingresso a doppio livello: sul lato inferiore c’è un marcato labbro che serve da deviatore per incanalare l’aria nel generoso sottosquadro. Mentre superiormente l’ingresso è più arretrato e lavora in sinergia con il supporto orizzontale dello specchietto retrovisore.



Osservando l’andamento dei fianchi, si nota che le masse radianti sono disposte in posizione quasi orizzontale, il cofano poi scendere verso il pavimento creando una canalizzazione in corrispondenza della zona coca cola. Ancora più interessante il fondo piatto che vede, sotto l’ingresso delle pance, i 2 convogliatori di flusso (sui 4 massimi consentiti) molto ravvicinati.



In Red Bull si è cercato di ricreare l’effetto generato dai Bargeboard (vietati dal regolamento attuale) in modo da energizzare il flusso che investe questa zona e indirizzarlo nei canali Venturi. La zona inferiore dei fianchi presenta degli elementi con una colorazione differente dal carbonio ‘nudo’, tuttavia resta da capire se tale materiale sia dovuto per fini aerodinamici o semplicemente per mascherare alcune soluzioni tecniche.



Anche il marciapiede del fondo piatto si presenta molto lavorato per cercare di incrementare l’effetto sigillo e l’efficienza del fondo vettura.

Posteriore con il Push Rod

L’airbox presenta una conformazione ovale con le classiche canalizzazioni per alimentare il terzo radiatore posto subito dietro. Il cofano motore, completamente chiuso, ha uno sfogo solamente in coda in corrispondenza dello scarico e delle sospensioni posteriori. Proprio quest’ultime presentano uno schema Push Rod per lasciare spazio allo scivolo dell’estrattore.



Tutti i cinematismi sono stati spostati in alto per garantire un maggior passaggio d’aria e incrementare di conseguenza il carico aerodinamico. Lo si nota dai triangoli delle sospensioni posteriori: il braccio inferiore, con un’ampiezza generosa, si protrae verso il cofano motore, mentre il triangolo superiore presenta una forma più stretta.



L’alettone posteriore, sorretto da un monopilone, è caratterizzato da un profilo principale a cucchiaio, mentre il flap del DRS ha un intaglio a V centrale. Interessante la beam wing biplano ma con i due profili sfalsati in orizzontale, anziché in verticale come sulle altre monoposto viste finora. Tale soluzione, abbinata al diffusore, dovrebbe garantire una maggiore deportanza del retrotreno.

Con ogni probabilità la RB18 vista è solamente il primo step di una monoposto decisamente più estrema. In Red Bull infatti ci hanno abituato a continui sviluppi, oltre a interpretazioni regolamentari ai limiti del lecito. Riuscirà la vettura di Milton Keynes ad essere all’altezza delle aspettative, oltre a permettere a Max Verstappen di difendere il titolo piloti? Per avere una risposta bisognerà attendere l’esito dei primi GP.
RS Racing