Marco CortesiSarà una rincorsa alle Honda, prima tra tutte quella che vede al via Jenson Button campione in carica, a caratterizzare la stagione 2019 del SuperGT giapponese. La serie di riferimento del motorsport del sol levante vedrà come sempre al via 15 vetture nella classe regina GT500, e 29 nella categoria cadetta GT300 che impiega un mix tra GT3 e “silhouette” costruite con un telaio puramente da gara. Sarà anche l’anno della tanto auspicata convergenza col DTM. La categoria tedesca ha infatti deciso di abbracciare le regole “Class One”, seguendo il SuperGT nell’adozione di motori 2 litri turbo da oltre 650 cavalli, e a fine anno arriveranno finalmente le attese sfide incrociate tra le due categorie.
La Honda NSX di Makino-Karthikeyan
Tutti contro le NSXLa Honda non ha fatto parlare durante l’inverno solo per il titolo vinto. Le NSX schierate nel 2018 hanno mostrato un passo superiore rispetto alle contendenti tanto da portare ad un riallineamento in termini di peso minimo. La vettura, che utilizza contrariamente alle altre “Class One” il motore centrale, ha richiesto molto tempo (e anche delle deroghe) per essere competitiva, proprio a causa di questa scelta costruttiva. Ora però che i risultati sono arrivati, Nissan e Toyota (Lexus) vorrebbero che il vantaggio dato dal motore centrale fosse compensato, e il principale oggetto di discussione è proprio l’aggravio di peso da dare.
Detto questo, la stagione di Button, ma soprattutto di Naoki Yamamoto, suo compagno d’avventure, è stata eccezionale, ed il duo del team Kunimitsu torna in pista da favorito d’obbligo. Tra le coppie da tenere d’occhio però anche quelle del team Real, che schiererà il veloce belga Bertrand Baguette, e ARTA, con i “golden boy” nazionali Tomoki Nojiri e Takuya Izawa. Va detto che nei test di inizio anno, le Honda sono apparse indietro. Sospettosamente indietro, tanto che l’unica ad avvicinarsi vagamente alla top-5 è stata quella di Narain Karthikeyan, indiano vecchia conoscenza della F1 al debutto nella serie, e Tadasuke Makino, di ritorno dalla Formula 2. Molti avversari hanno letto in queste prestazioni una pretattica per sfuggire alle misure di bilanciamento prestazionale. Pare che, per ora, l’aggravio sarà nell’ordine di 20kg.
La Nissan GT-R di Sasaki-Mardenborough
In Nissan Quintarelli superstar per il quinto titoloRonnie Quintarelli sarà come sempre la punta di diamante della Nissan e del team ufficiale Nismo. Il pilota veronese, nelle ultime stagioni, è stato insieme al compagno di scuderia Tsugio Matsuda l’unica “luce” del marchio di Yokohama. Due anni fa, nonostante una vettura non competitiva a inizio stagione, aveva sfiorato il titolo, e lo scorso anno è stato l’unico a vincere con una GT-R. Anche per via del divario tra le squadre interne, la Nissan ha deciso di cambiare tutto nel pacchetto piloti, con una vera rivoluzione. Il primo risultato è stato l’addio di Satoshi Motoyama, vera leggenda delle gare giapponesi. All’età di 48 anni appenderà il casco al chiodo: negli ultimi tempi aveva faticato, in particolare in gara. Diventerà un super-consulente. Oltre a lui, salutano la compagnia Joao Paulo de Oliveira, protagonista con Quintarelli di tante battaglie, ed il giovane Katsumasa Chiyo.
Gli innesti sono stati importanti. Con un clamoroso colpo di mercato, è arrivato Kohei Hirate, ex GP2 e Formula Renault. Insieme a lui è arrivato Frederic Makowiecki, pilota ufficiale Porsche ma soprattutto Michelin: il francese ha il compito di dare manforte alle due squadre gommate dalla casa del bibendum. Ancor di più quest’anno, la competizione libera tra “gommisti” sarà feroce, e i transalpini sono corsi ai ripari contro la Bridgestone. La Nissan punterà tanto anche sui primatisti dei precampionato, ovvero Daiki Sasaki e Jann Mardenborough per il team Impul. Il giapponese è uno dei più brillanti talenti emersi dalla scuola nipponica, considerato da tanti un predestinato, cresciuto “in casa” e mai arrivato in Europa, mentre l’inglese, unico superstite del progetto Sony GT Academy, si è salvato in extremis dopo essere stato a lungo in bilico.
La Lexus di Kovalainen-Hirakawa
Lexus per l'ultimo anno con la LC500Il marchio Lexus tornerà al via con sei LC500, la presenza più numerosa della serie. La vettura del gruppo Toyota, studiata per le corse, si mantiene sempre su livelli di competitività altissimi e permette spesso ai suoi piloti di “fare gruppo”. Proprio questo elemento si è rivelato decisivo nella corsa ai campionati 2016 e 2017. Salutati Felix Rosenqvist e Kamui Kobayashi, si punterà molto sui giapponesi. Occhio alle due vetture del team Tom’s: oltre a quella di Nick Cassidy e Ryo Hirakawa, ci sarà l’esemplare di Kazuki Nakajima e Yuhi Sekiguchi, ma anche il team Sard con Kovalainen-Hirakawa cercherà di tornare a lottare per il titolo. Questa, va detto, sarà l’ultima stagione della LC500 e va sfruttata al massimo. Per l’anno prossimo, si passerà alla Toyota Supra. Il modello è stato scelto per motivi commerciali, ma in pista ci si attende una gestazione non facile per via delle forme non proprio corsaiole.