15 Set [9:30]
Brawn: "Elimineremo i pay driver
In F1 vogliamo i migliori al mondo"
Massimo Costa - Photo 4
Una F1 che rischia di perdere due talenti cristallini come Esteban Ocon e Stoffel Vandoorne, che da due anni tiene in panchina Antonio Giovinazzi, che non offre sbocchi al giovane pilota di F2 George Russell attuale leader del campionato, esce sconfitta da qualsiasi confronto con tutti gli altri sport. Ross Brawn, che Liberty Media ha voluto come direttore generale e responsabile sportivo per la F1, un anno fa aveva dichiarato che sarebbe stato per loro un obbligo vedere il campione della F2 passare nel Mondiale. Ma se il titolo lo vincerà Russell, la strada si fa complicata.
Certo, in F1 i giovani ci sono e la recente promozione di Charles Leclerc alla Ferrari o la crescita di Max Verstappen confermano che non tutto il sistema è da bocciare. Il problema è che ci sono pochi team, poche macchine, come più volte abbiamo sottolineato. Ecco allora come Brawn ha risposto alla Gazzetta dello Sport: «La cosa a cui finora si è dato poco risalto riguarda le regole più stringenti introdotte dalla Federazione per l’ottenimento della Superlicenza. Oggi per essere qualificati a correre in F1 bisogna ottenere grandi risultati in F2, F3 o GP3, e questo comporterà l’eliminazione di qualsiasi pay driver di scarso talento in futuro, anche se occorrono almeno due-tre anni perché il nuovo sistema produca risultati. Noi vogliamo i migliori piloti al mondo».
«Bisogna migliorare i guadagni di tutti i team. Oggi alcuni sono costretti ad accordi commerciali per reperire i budget e quindi a valutare i piloti anche per gli sponsor che portano. Dobbiamo far sì che non si trovino con questa urgenza. I giovani talenti abbondano. Non è stato sempre così. Abbiamo Verstappen, Leclerc, Ocon, Gasly, Norris e altri in arrivo, ma non possiamo sistemarli tutti. Lo stesso Russell cosa farà nel caso vinca il titolo di F.2? È impensabile che cinque piloti vadano via ogni anno per fare posto ad altrettanti. C’è un blocco, ma non è un problema facile da risolvere».
«Non credo che la terza monoposto sia una soluzione. Con la differenza di prestazioni che c’è ora fra i tre top team e gli altri, avremo sempre le stesse nove macchine davanti. Dobbiamo trovare una strada più intelligente. Mi auguro che nei prossimi anni ci siano più squadre in F1 e più sedili disponibili. Ma occorrono team di alto profilo. Vorrei inoltre che i piloti si potessero esprimere più liberamente. La pressione arriva dalle squadre, preoccupate da regole e accordi con gli sponsor. Ma l’esempio della Red Bull, che non mette paletti ai piloti, ha fatto in modo che lì ci siano due grandi personalità. Di Verstappen sappiamo quanto sia libero nei commenti e Ricciardo è un personaggio. Vogliamo incoraggiare i piloti ad avvicinarsi ai tifosi, anche attraverso i social, da tutte le nostre ricerche è quello che la gente chiede».