8 Lug [15:22]
Ferrari, con Raikkonen
ha vinto la stabilità
Massimo Costa
Qualcuno avrà arricciato il naso leggendo della conferma di Kimi Raikkonen nel team Ferrari per la stagione 2017, altri ne saranno felici. Il primo sguardo al termometro delle reazioni dei fans, ovvero Facebook e Twitter, è più che altro di soddisfazione. Nonostante il carattere poco aperto (da sempre), Raikkonen piace perché considerato onesto, genuino, corretto nei rapporti umani. E questo ha fatto la differenza anche in casa Ferrari dove si è guardato alla stabilità, alla buona convivenza con Sebastian Vettel.
Maurizio Arrivabene ha voluto specificare che "in Ferrari non esiste un problema piloti", come magari accade in Mercedes dove litigano ad ogni Gran Premio o in Red Bull dove hanno cambiato Daniil Kvyat per Max Verstappen. Puntare su Raikkonen significa assicurarsi un pilota che a oggi ha disputato 239 Gran Premi vincendone 20, che è salito 84 volte sul podio, che ha ottenuto 16 pole e soprattutto ha fatto suo il mondiale del 2007 proprio con la Ferrari. Soltanto Fernando Alonso e Jenson Button della McLaren hanno disputato più GP F.1. Dunque, perché privarsi di un pilota così tanto esperto e ancora oggi così tanto veloce.
Certo, Raikkonen ha forse perso qualcosina rispetto alla sua precedente presenza in Ferrari pre-ritiro dalla F.1 e al periodo recente (post-ritorno in F.1) con la Lotus, ma se guardiamo la classifica pura e assoluta, Kimi ha gli stessi punti di Vettel e qualcosa vorrà pur dire. Quest'anno Raikkonen su nove gare ha concluso sette volte in zona punti con quattro podi all'attivo, due secondi e due terzi posti. Che è già molto di più del 2015 (tre podi in totale) e del 2014 (nessun podio).
Ma al di là dei risultati, come era già accaduto con Fernando Alonso e Felipe Massa quando vestivano la tuta rossa e con il brasiliano non particolarmente efficace, si è preferito mantenere un equilibrio psicologico importante in squadra e non offrire a quello che è il leader del team (prima Alonso, ora Vettel), un compagno troppo scomodo. Perché creare un eventuale clima conflittuale in un momento in cui tutta la squadra deve concentrarsi sulla crescita tecnica e non sulle possibili beghe che potrebbe provocare un pilota nuovo, che magari non lega con Vettel, che magari instaura volutamente un clima di tensione?
Con Vettel e Raikkonen, al momento tutto funziona a meraviglia. Uniti per la squadra, poche inutili polemiche alla Alonso o alla Webber quando era compagno del tedesco in Red Bull (tanto per essere chiari), un unico obiettivo da raggiungere. E quando ci sono stati momenti di tensione tra Seb e Kimi, è sempre arrivato il chiarimento in una frazione di secondo. Perché, come detto sopra, Raikkonen non è un pilota che racconta bugie, che finge, proprio come Vettel. La chiarezza innanzi tutto. E disporre di due piloti di questo livello che non si comportano come i due rivali della Mercedes, è già un bel successo.
Crollano così le speranze di Romain Grosjean e Sergio Perez mentre la Red Bull aveva provveduto a chiudere le proprie porte con il catenaccio confermando Daniel Ricciardo e Carlos Sainz per respingere eventuali assalti da Maranello. Qualcuno sosterrà che la Ferrari non punta sui giovani, ma la Mercedes sta seguendo la stessa linea e la Red Bull ha un secondo team (Toro Rosso) dove allevare i propri giovani cresciuti nel programma Junior. Non va dimenticato che Red Bull per anni ha tenuto Webber, certo non un ragazzino, a discapito di molti giovani del programma. Tra coloro presenti nel Ferrari Driver Academy, al momento nessuno poteva essere inserito al fianco di Vettel. Forse l'unico poteva essere Raffaele Marciello, ma Arrivabene non lo ha voluto confermare in FDA perchè non lo convinceva. E quindi dovranno passare alcuni anni prima di ritrovare un giovanotto FDA nel team ufficiale...