Jacopo Rubino - XPB ImagesÈ stata di nuovo accantonata la proposta della "gara di qualifica" per stabilire la griglia di partenza in Formula 1: lo ha confermato ufficialmente il presidente Chase Carey.
Come emerso qualche giorno fa, Liberty Media, FIA e team avevano discusso di introdurre questo sistema, in luogo delle tradizionali prove cronometrate, negli appuntamenti bis a Spielberg e Silverstone, ora titolati come "Gran Premio della Stiria" e "Gran Premio del 70esimo anniversario". È mancata però l'unanimità necessaria, vista l'opposizione della Mercedes.
Un parere tutto sommato comprensibile, trattandosi della squadra favorita e quindi, potenzialmente, quella con più da perdere da questo cambio. Lo schieramento della "sprint race", infatti, sarebbe stato determinato invertendo la classifica del Mondiale, con il leader a prendere il via in coda al gruppo e costretto a farsi largo per conquistare la migliore piazzola possibile per lo start di domenica.
Come riportato da RaceFans, a seguire la Mercedes è stata poi la Racing Point: altro indizio dell'alleanza sempre più forte fra le due scuderie, non solo a livello tecnico ma anche politico.
"Continueremo a valutare nuove idee", ha comunque ribadito Carey, incassata questa battuta d'arresto. "La F1 è un grande sport con grande storia, grandi eroi, grandi partenze, piloti di incredibile talenti. Vogliamo essere rispettosi di tutto ciò, ma non significa che non studieremo come sia possibile fare qualche modifica".
L'obiettivo della gara di qualifica era di evitare il rischio di GP in fotocopia sulla stessa pista, e di sfruttare il particolare contesto di questa stagione 2020 per sperimentare qualcosa di inedito. Il manager americano ha però assicurato che qualsiasi cambiamento non sarebbe "un artificio". Parola da interpretare come qualcosa che metterebbe in secondo piano l'equità sportiva in nome dello spettacolo a tutti i costi, pur se forzato.